Il puzzle dei pazienti Covid-like: sintomi lievi, tampone negativo e i segni della polmonite interstiziale

Tampone
(Foto: fernandozhiminaicela via Pixabay)

Potrebbe essere Covid-19, anche a tampone negativo. L’attenzione sui cosiddetti casi Covid-like è stata rilanciata in queste ore dal presidente della Sis 118 Mario Balzanelli, che all’agenzia Adnkronos ha segnalato un numero crescente di polmoniti interstiziali del tutto analoghe a quelle dei pazienti Covid-19 ma “senza che il virus emerga dal tampone”. Niente di nuovo o strano, ha commentato a Wired l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che sottolinea come in caso di febbre e sintomi respiratori sia sempre opportuno rivolgersi al medico per opportuni accertamenti.

Casi Covid-like

Secondo Balzanelli, i pazienti con sintomi lievi o sfumati che a seguito di controlli più approfonditi risulterebbero in condizioni del tutto simili a quelli con diagnosi confermata di Covid-19 sarebbero tanti: le segnalazioni di misteriose polmoniti interstiziali, ormai, arriverebbero da tutti Italia. Al tampone risulterebbero negativi, ma in alcuni casi il coronavirus sarebbe stato rilevato nel liquido di lavaggio broncoalveolare.

Alcuni casi, sì, perché le polmoniti interstiziali non sono causate solo dal nuovo coronavirus. “La diagnosi – e vale per tutte le patologie infettive, non solo per Covid-19 – è fatta dall’osservazione di segni e sintomi e dagli esami clinici e microbiologici”, ricorda Lopalco.

C’è un allarme?

Le parole di Balzanelli sono state riportate sui media come se si trattasse di una notizia, ma – si chiede Lopalco – dov’è la novità? “I tamponi nasofaringei non sono infallibili e non lo scopriamo ora. Possono essere condotti male, possono dare falsi negativi”. Le ragioni per cui una persona con sintomatologia Covid-like risulta negativa al tampone possono essere diverse: magari il test è stato condotto troppo presto, quando la carica virale non è ancora sufficiente per essere rilevata, oppure il falso negativo è frutto di variabilità individuale dovuta a una diversa espressione negli epiteli dei recettori Ace2 (le proteine che il virus usa per entrare nelle cellule). “Non ci sono invece evidenze che al momento ci consentano di dire che il coronavirus non sia più rilevabile dal tampone perché ‘scende’ nei polmoni”, conclude l’esperto.

Precauzione

In presenza di febbre e sintomi respiratori, anche lievi, che possono essere ricondotti a Covid-19 quello che bisogna fare è rivolgersi ai medici, che valutando il caso, il rischio di esposizione e la suscettibilità decideranno gli opportuni approfondimenti. Non per nulla vengono seguiti protocolli specifici per i casi sospetti, per esempio a segnalazione al 118 viene inviata un’ambulanza dedicata e indirizzato il paziente al centro Covid. Se di fronte a un forte sospetto di Covid-19 non c’è la conferma del tampone, si procede a analisi più sofisticate.

Il caso di Codogno

Non è comunque la prima volta che viene sollevata la questione dell’espressività clinica dei pazienti affetti da Covid-19. Un articolo pubblicato a fine marzo su Radiology aveva sottolineato come in una sola settimana dopo il lockdown totale di 14 giorni a Codogno nella clinica privata Medical Radiologico del comune fossero state effettuate 170 radiografie toraciche di residenti nella zona rossa asintomatici o che lamentavano febbricola e un generale malessere, senza manifestazioni respiratorie estreme. Nel 59% dei casi l’esame ha permesso di visualizzare delle anomalie. Segni di polmonite che, alla luce del luogo e del momento, erano riferibili con tutta probabilità a infezioni da nuovo coronavirus, sebbene non siano stati fatti test molecolari di conferma.

Dati, questi, che spingono gli esperti (tra cui l’epidemiologo Fabrizio Pregliasco, che è anche co-autore dello studio) a raccomandare di non trascurare nessun caso di sintomatologia riconducibile a Covid-19.

Via: Wired.it

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Credits immagine di copertina: fernandozhiminaicela via Pixabay

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