Tecnologia

Una tecnica per “leggere” cosa è scritto sulle mummie

(Credits: CC BY-SA 3.0, Link)

Sono documenti antichissimi e preziosissimi. Che contengono informazioni estremamente interessanti per storici ed archeologi. Ma che, almeno finora, erano praticamente illeggibili, perché scritte su papiri che foderano l’interno dei sarcofagi entro le quali sono deposte molte delle mummie egiziane o che costituiscono parte del sudario delle mummie stesse. E quindi non c’era modo di osservarli se non “svolgendo” la fasciatura, danneggiando così irreparabilmente la mummia. Ma oggi non hanno più segreti: un’équipe di ricercatori della University College London, infatti, ha messo a punto una tecnica di scansione digitale che permette di leggere i papiri senza toccare la mummia né danneggiare il sarcofago che la contiene.

“Anche se sono passati oltre duemila anni”, spiega alla BbcAdam Gibson, archeologo che ha condotto la ricerca, “i papiri sono in genere molto ben conservati. Quelli che avvolgono le mummie costituiscono una ‘libreria’ di inestimabile valore, che può raccontarci molto su come gli antichi egizi pensassero e vivessero”. Il primo test della tecnica è stato condotto su un sarcofago conservato al castello di Chiddingstone, in Kent, e ha rivelato un’iscrizione su un papiro nascosto sotto la base inferiore del sarcofago, che sarebbe stato irraggiungibile senza danneggiare il sarcofago stesso. Sul papiro era scritto “Irethorru”, uno dei nomi più comuni nell’antico Egitto (letteralmente significa “L’occhio di Horus è contro il mio nemico”).

Gli egittologi non vedono l’ora di provare la nuova tecnica su altre mummie: “Mi fa specie l’idea di distruggere questi oggetti antichissimi per poter leggere i testi che vi sono scritti”, ha commentato Kathryn Piquette, un’altra degli scienziati che hanno condotto lo studio. “Siamo quindi felici di avere a disposizione una tecnologia che ci permette, allo stesso tempo, di non danneggiare i reperti e di leggere i papiri custoditi al loro interno: ci permetterà di capire meglio usi, costumi e abitudini degli antichi egizi”.

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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