Si può misurare in modo oggettivo la creatività? Sì, e anche in pochi minuti, almeno stando alle ricerche di tre psicologi di Harvard, dell’Università di Melbourne e della McGill University, che in un paper pubblicato sui Prooceedings of the National Academy of Sciences hanno appena presentato i risultati ottenuti con il loro Divergent Association Task (Dat), un test che permette di valutare, in appena un paio di minuti, il proprio livello di creatività verbale e di pensiero divergente, la capacità di produrre più soluzioni alternative per un dato problema.
Per provare in prima persona il test della creatività basta visitare il sito internet del progetto, dove verrà chiesto di scegliere 10 parole che siano il più diverse possibile tra loro per significato e utilizzi nella lingua. Per ora il programma riconosce unicamente parole inglesi, e non è dato sapere quanto possano essere considerati rappresentativi i risultati per i non madrelingua. Si tratta comunque di un test rapido e divertente, e partecipare aiuta i ricercatori a raccogliere nuovi dati.
“Secondo molte teorie le persone creative hanno la capacità di generare un numero maggiore di idee divergenti”, scrivono i ricercatori nel loro studio. “Se questo è vero, semplicemente scegliendo parole non correlate tra loro e misurando la distanza semantica tra queste è possibile ottenere una misura oggettiva del pensiero divergente”.
Il test è basato su un programma che valuta automaticamente la distanza semantica tra le parole scelte. “Cane” e “libro”, ad esempio, hanno meno in comune tra loro rispetto a una coppia di parole come “cane” e “gatto”, e assegnando un punteggio ad ogni combinazione di termini il test produce un punteggio numerico che rappresenta il grado di creatività linguistica dell’utente. I tre ricercatori hanno valutato l’accuratezza del Dat analizzando le risposte di circa 8.900 volontari, arrivando a concludere che l’efficacia del test è quanto meno paragonabile a quella degli altri metodi utilizzati attualmente per valutare la creatività. Con il vantaggio, però, di essere ben più rapido e facile da utilizzare. Il Dat non richiede inoltre alcuna valutazione da parte di un operatore umano per fornire un risultato, e si presta per questo ad essere utilizzato facilmente anche per rilevazioni su larga scala.
I risultati – mettono in chiaro i ricercatori – valutano unicamente la creatività in ambito linguistico. Non aiutano quindi a prevedere quanto siamo creativi in cucina o nella pittura, ma possono rappresentare un indizio di quanto siamo portati per la soluzione di problemi in cui bisogna cercare alternative meno immediate per arrivare alla giusta conclusione.
“Il nostro test misura unicamente una piccola porzione di un singolo tipo di creatività”, spiega Jay Olson, psicologo di Harvard che ha collaborato al progetto. “Nonostante i suoi limiti, i risultati del nostro studio confermano che può essere utile per valutare la creatività in campioni molto ampi e eterogenei di persone, un risultato importante che ci aiuterà a comprendere meglio questa abilità fondamentale per gli esseri umani”.
via Wired.it