Dedicando troppo spazio al tema del bioterrorismo, i giornali medici americani e britannici avrebbero contribuito a sostenere la necessità di una guerra in Iraq. E’ la tesi sostenuta da un esperto di salute pubblica, Ian Roberts, in un articolo pubblicato questa settimana sulla rivista medica inglese British Medical Journal. Secondo Roberts, per giustificare l’intervento militare in Iraq agli occhi di un’opinione pubblica riluttante ad un attacco che avrebbe colpito anche tra i civili, era necessario che americani ed inglesi percepissero la minaccia bioterroristica e si sentissero in pericolo. Dati alla mano, Roberts ha confrontato il numero di articoli sul bioterrorismo con quelli sugli incidenti stradali, pubblicati dal 1999 al 2002 sui 5 maggiori giornali di medicina (tra cui Jama, Bmj e The Lancet). Sia nel 2001 che nel 2002 il numero di articoli sul bioterrorismo è stato maggiore che in passato. Dei 124 articoli pubblicati, il 63 per cento è apparso sulla stampa Usa, il restante 37 per cento su quella inglese. “Considerando che gli incidenti stradali provocano nel mondo 3000 vittime ogni giorno e circa 30000 disabili, dobbiamo osservare che la minaccia bioterroristica è stata realmente enfatizzata” ha argomentato Roberts. (s.ca.)