Salute

Tumore al seno: nessun link con la fecondazione in vitro

(foto: Zeiss Microscopy/Flickr CC)

Non c’e alcun legame tra le donne che si sottopongono ai trattamenti per la fecondazione in vitro (Fiv) e un più alto rischio di cancro al seno. Ad affermarlo su Jama è un gruppo di ricercatori del Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, secondo cui nei Paesi Bassi le donne sottoposte alla Fiv tra il 1980 e il 1995 non hanno presentato un rischio maggiore di tumore al seno rispetto alla popolazione generale, dopo un follow-up di 21 anni.

Per decenni il cancro al seno è stato il tumore maligno più comune tra le donne in tutto il mondo. Entrambi gli ormoni estrogeni e progestinici si sono rivelati capaci di influenzare il rischio di cancro al seno e poiché le procedure di fecondazione in vitro causano sensibili fluttuazioni ormonali, si pensava che questa tecnica di fecondazione potesse influenzare la comparsa della neoplasia. Precedenti studi avevano già provato ad verificare un possibile legame di rischio di cancro al seno dopo il trattamento di fecondazione in vitro, ma senza risultati soddisfacenti a causa del tempo limitato di follow-up.

L’autrice Alexandra W. van den Belt-Dusebout del Netherlands Cancer Institute e il suo team hanno quindi valutato a lungo termine (21 anni) il rischio di cancro al seno dopo la stimolazione ovarica per la Fiv in 19.158 donne che avevano iniziato il trattamento tra il 1983 e il 1995 e 5.950 donne sottoposte ad altri trattamenti di fertilità tra il 1980 e il 1995. L’età media alla fine del follow-up era di 54 anni per il gruppo di fecondazione in vitro e 55 anni per il gruppo “no-Fiv”. Per analizzare l’incidenza dei tumori al seno nelle donne sottoposte alla tecnica Fiv gli esperti si sono serviti del Registro Tumori Paesi Bassi (1989-2013).

Dall’analisi è emerso che il rischio di cancro al seno nelle donne trattate con Fiv non era significativamente diverso da quello della popolazione generale e dal rischio nel gruppo “no-Fiv”. Infatti, l’incidenza di cancro al seno a 55 anni è stata del 3% per il gruppo Fiv e del 2,9% per il gruppo non-fiv. Inoltre le donne con 7 o più cicli di fecondazione in vitro presentavano un rischio ridotto rispetto alle donne trattate con 1 o 2 cicli. “Questi risultati – concludo gli esperti – sono coerenti con l’assenza di un significativo aumento del rischio di cancro al seno a lungo termine tra le donne trattate con i trattamenti di Fiv”.

Riferimenti: Jama

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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