Tutta colpa delle dighe

Le dighe costruite in Cina lungo il Mekong sarebbero la causa delle improvvise oscillazioni della portata del fiume registrate in tempi recenti. A sostenerlo sono le analisi effettuate dalla Commissione intergovernativa per il fiume Mekong (Mrc), un organismo internazionale cui la Cina ha rifiutato di aderire, che ha inviato una richiesta formale al governo cinese per avere spiegazioni riguardo l’attività delle dighe. Il fiume Mekong è lungo circa 4500 chilometri ed è di vitale importanza per i paesi dell’Asia sud-orientale, come Cambogia, Tailandia e Laos, in quanto fornisce una enorme riserva di pesce e di acqua per l’irrigazione edlle terre coltivate. Durante la stagione dei monsoni il Mekomg, in passato, inondava gran parte delle terre e questo arricchiva la fertilità del suolo e favoriva la riproduzione di molte specie di pesci. Secondo le statistiche effettuate dall’Mrc a partire dal 1993, in concomitanza con la costruzione della prima diga di Manwan in Cina, il Mekong ha cominciato a diminuire la portata delle acque. Successivamente nel 2003 la situazione si è ulteriormente aggravata con la costruzione della seconda diga cinese di Dachaosan. “Anche quest’anno la pesca nel fiume è stata estremamente povera”, ha detto al settimanale New Scientist Eric Baran, portavoce del centro di ricerca internazionale Worldfish. (m.z.)

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