Ultimi brividi

Ciascuna delle ultime due immersioni del sottomarino Alvin è stata a suo modo speciale. La prima perché costituisce una sorta di staffetta tra questa e la prossima spedizione: i ricercatori hanno rilasciato un tracciante – l’esafluoride SF6 – che verrà poi ri-campionato durante la seconda parte di Ladder. Durante l’ultima immersione, invece, una telefonata satellitare ha permesso a una delle persone a bordo di Alvin di mettersi in contatto con degli studenti di alcune scuole medie austriache e tedesche dai meandri marini del sud est del Pacifico e di rispondere in tempo reale alle loro mille curiose domande.

L’esperimento con l’SF6 è una parte molto importante della nostra spedizione perché permette di stimare, anche attraverso misure proprie della fisica oceanografica, e non solo della biologia marina, la distribuzione di probabilità della dispersione delle larve nella dorsale est-pacifica. L’idea è quella di rilasciare in acqua marina, grazie a sistemi di pompe, dei composti chimici e di farlo in specifiche posizioni geografiche caratterizzate da particolari densità dell’acqua. E, dopo un certo periodo di tempo, di andare a raccogliere campioni di acqua che vengono analizzati per mezzo di strumenti chiamati gas-cromatografi. Se questi traccianti antropogenici sono inerti, se cioè non interagiscono chimicamente con l’acqua marina, né biologicamente con gli esseri viventi in essa contenuti, allora le variazioni geografiche e temporali nella concentrazione del tracciante sono attribuibili unicamente alla circolazione dell’acqua.

L’esafluoride, che a temperature e pressioni normali si presenta sotto forma di gas, a profondità maggiori di 300 metri è invece allo stato liquido. Tutte le misure di conduttività e temperatura prese in queste settimane con la Ctd sono state impiegate anche per caratterizzare la distribuzione delle varie densità dell’acqua marina in questa zona della dorsale. E scegliere la posizione “ideale” per il rilascio di questo composto chimico, anche grazie allo studio dettagliato della topografia locale. L’esperimento è iniziato il 12 novembre 2006 alle ore 17:03 Gmt ed è andato avanti per circa due ore e mezza. Lo strumento addetto al rilascio del tracciante, una specie di pompa-cannone, realizzato dall’ingegnere Brian Guest, del Whoi, era posto su un cestello agganciato alla parte anteriore di Alvin. Quattro orifizi posti sulla pompa hanno cominciato a sparare SF6 a un flusso medio di 15 ml/min attorno ai 930 di latitudine Nord, mentre il sommergibile si muoveva in direzione nord-sud a una velocità media di 8m/min. Cosicché, prima di tornare sulla superficie marina, Alvin aveva rilasciato dietro di sé un totale di 3 chilogrammi di SF6 . Purtroppo, prima di sapere cosa questo tracciante “scoprirà” sulla circolazione delle acque nella dorsale est-pacifica e di poter dedurre quale sia il ruolo della circolazione sulla dispersione degli abitanti delle sorgenti idrotermali, occorrerà aspettare un po’. Infatti, la campionatura per la rilevazione dell’SF6  avverrà dall’11 dicembre 2006 al 5 gennaio 2007, quando queste acque verranno rinavigate dall’Atlantis di nuovo durante la seconda fase della spedizione Ladder. 

Durante l’immersione numero 4273, avvenuta il giorno dopo, sono stati compiuti alcuni esperimenti di biologia marina, diretti da Florence Pradillon. Ma l’avvenimento del giorno è stata la prima telefonata intercontinentale ricevuta a bordo dell’Alvin. Sigrid Katz, dell’Università di Vienna, ha conversato con un gruppo di studenti di otto diverse scuole medie austriache e tedesche grazie a un telefono satellitare. Talmente potente da permettere la ricezione del segnale anche a 2500 metri sotto il livello del mare. La telefonata fa parte di una delle tante iniziative di Extreme4Kids, un programma di divulgazione scientifica per studenti fra i 6 e i 16 anni d’età provenienti da vari tipi di scuole austriache e tedesche. Il programma, che usa tecniche multimediali per educare gli studenti sul più grande habitat del pianeta, l’oceano profondo, è finanziato dal Science Communication Award 2006 della Science Foundation austriaca.

Infine, l’ultima serie di misure è stata presa il 17 di novembre in condizioni meteorologiche piuttosto pericolose. L’Atlantis si trovava a sole 100 miglia dalla coda dell’uragano Sergio e il mare era molto mosso. Tutti si rifiutavano di stare sul ponte a lavorare: le onde erano grandi abbastanza da colpirci con una certa violenza. Tutti tranne Thurnherr per cui la prospettiva di perdere un giorno di misure era assai più pericolosa dell’uragano!

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