Un coccodrillo dai denti felini

Lo scheletro di uno strano animale a metà strada tra un gatto e un coccodrillo è stato scoperto in Africa da un gruppo di ricerca coordinato da Patrick O’Connor dell’Ohio University, negli Stati Uniti. L’esemplare, che possiede la dentatura di un mammifero e la corazza di un rettile, appartiene al gruppo degli estinti Notosuchia, animali simili a coccodrilli che dominarono le terre dell’odierna Africa Sub-Sahariana durante il Cretaceo, dai 144 ai 65 milioni di anni fa.

In un articolo pubblicato su Nature, i ricercatori descrivono lo strano mosaico di caratteri che contraddistinguono Pakasuchus kapilimai, questo il nome dell’esemplare il cui scheletro è stato portato alla luce da scavi effettuati in Tanzania nella Rukwa Rift Basin. Paka in lingua Ki-Swahili significa gatto, mentre souchos in greco antico vuol dire coccodrillo. Del felino, l’animale ha il cranio piccolo come una mano e i denti adatti a masticare il cibo alla maniera di un mammifero. Del rettile possiede invece placche corazzate su parte del dorso e sulla coda. Queste peculiari caratteristiche sono emerse in seguito ad analisi effettuate con tomografia computerizzata a raggi X.

Grazie all’uso di questa tecnologia, è stato possibile descrivere la dentatura dell’animale con grande precisione. Infatti, nonostante le mandibole serrate e la presenza della matrice rocciosa, i ricercatori sono riusciti a “fotografare” i denti con un’accuratezza micrometrica (un micrometro equivale a un milionesimo di metro). E grazie a queste immagine digitali sono state create animazioni capaci di simulare le modalità di occlusione dei denti e il movimento delle mandibole.

Il quadro che ne è emerso è quello di un animale molto diverso dai moderni coccodrilli. Questi ultimi possiedono denti a cono con cui strappano grandi brandelli di carne da inghiottire interi, mentre i notosuchians avevano canini, premolari e molari per masticare il cibo come un mammifero carnivoro. In più, vivevano sulla terraferma cacciando insetti e altri piccoli animali. Questi caratteri così straordinari, per i ricercatori, sono il risultato dell’adattamento a una nicchia ecologica molto differente da quella occupata oggi dai coccodrilli. Grazie a questo peculiare disegno anatomico, i notosuchians hanno dominato il sud della Gondwana (il supercontinente formato da Africa, Arabia, India, Madagascar, Antartico, Australia e Sud America) per tutto il Cretaceo. Salvo poi estinguersi in seguito a cambiamenti ambientali o l’arrivo di nuove, più competitive, specie animali.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature09061

Credits immagine: Patrick M. O’Connor, Ohio University. “Vista laterale del teschio di Pakasuchus kapilimai incastonato nella matrice rocciosa”.

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