LA DEFINIZIONE medica è “locked-in”, ossia “chiuso dentro”. Una sentenza che condanna a vivere, per l’appunto, chiusi all’interno del proprio corpo, come in una cella di massimo isolamento, senza avere alcuna possibilità di comunicare con il mondo esterno. È la condizione in cui versano molti dei pazienti affetti, per esempio, da malattie neurologiche come sclerosi multipla o sclerosi laterale amiotrofica o da paralisi altamente invalidanti. Un buio su cui la scienza potrebbe aver gettato la luce: un’équipe di scienziati del Brain Center of University Medical Center di Utrecht, in Olanda, è infatti riuscita a mettere a punto un’interfaccia computerizzata in grado di analizzare e decodificare le onde cerebrali di una paziente colpita da sclerosi laterale amiotrofica, rendendola in grado di comunicare con l’esterno senza ricorrere a sistemi più tradizionali, come quelli che si basano sulla lettura dei movimenti degli occhi. I dettagli della scoperta sono stati presentati nel corso del convegno annuale della Society of Neuroscience appena concluso a San Diego, in California.
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