Un Java per il Dna?

    Un Java per il Dna: la notizia che arriva dall’Università di Washington potrebbe essere riassunta così. Un team di ingegneri ha infatti messo a punto – sebbene per ora si tratti più di un’idea ancora alle fasi iniziali – una sorta di linguaggio di programmazione per guidare il comportamento di miscele chimiche contenti Dna. Al pari di come un linguaggio di programmazione dice a un computer cosa fare. Come funzioni questo speciale linguaggio di programmazione lo spiegano gli scienziati su Nature Nanotechnology

    “Abbiamo cominciato da un abstract, una descrizione matematica di un sistema chimico e quindi abbiamo usato il Dna per costruire molecole che compiono le dinamiche desiderate”, spiega Georg Seelig, uno degli autori dello studio. “Penso che il nostro approccio sia molto interessante perché permette di risolvere più di un problema. Per esempio, se vuoi che computer faccia qualcosa di diverso, basta riprogrammarlo. Questo progetto è molto simile, in quanto possiamo dire la chimica che cosa fare”.

    L’abstract e la descrizione matematica cui si riferisce Seeling prendono spunto dalle equazioni che riassumono il modo in cui le varie molecole interagiscono tra loro nelle reazioni. A partire da questo, e usando come punto di partenza determinate molecole di Dna per esempio, gli scienziati hanno immaginato un sistema in grado di far eseguire a un minicomputer chimico un determinato programma molecolare che porti allo sviluppo delle sostanze desiderate, costruendo nuove molecole di materiale genetico (qui un rendering del progetto).

    L’idea di ingegnerizzare le reazioni chimiche producendo dei sistemi sintetici che si comportino come gli innumerevoli network molecolari che esistono all’interno di ogni cellula del nostro corpo, è molto allettante dal punto di vista medico, spiegano gli scienziati. In questo modo, infatti sarebbe possibile creare delle molecole che si autoassemblano nelle cellule e assolavano a specifiche funzioni nel corpo, per esempio comportandosi come sensori in grado di rilasciare farmaci in risposta a determinati segnali.   

    Via: Wired.it

    Credits immagine: ghutchis/Flickr

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