Categorie: Spazio

Un passato turbolento per la Via Lattea

Il buco nero al centro della Via Lattea è stato protagonista, in passato, di una collisione con un altro buco nero con cui si sarebbe in seguito fuso. A ipotizzare il catastrofico evento, avvenuto circa 10 milioni di anni fa, sono stati Kelly Holley-Bockelmann della Vanderbilt University e Tamara Bogdanović del Georgia Institute of Technology, che su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society spiegano come siano riuscite a far luce sul passato della Via Lattea mettendo insieme una serie di dati.

L’immagine qui mostrata riassume in modo artistico il catastrofico evento di cui sarebbe stata testimone la Via Lattea. Una galassia satellite (ovvero una che orbita intorno a un’altra di dimensioni maggiori) circa 13 miliardi di anni fa avrebbe cominciato a deviare il proprio percorso, muovendosi, in caduta, verso il centro galattico della Via Lattea. Spiraleggiando verso il centro, la massa della galassia satellite si sarebbe lentamente consumata, fino a quando, nel corso di milioni di anni, anche il suo buco nero di dimensioni intermedie non è stato consumato da quello della Via Lattea, con cui si sarebne fuso. Questi eventi, avvenuti circa 10 milioni di anni fa, sarebbero stati quelli all’origine di alcuni fenomeni oggi apparentemente inspiegabili come le Bolle di Fermi (vedi Galileo: Il mistero delle bolle cosmiche) e la grande abbondanza di giovani e calde stelle che si trovano nel centro galattico.

Infatti per gli scienziati le bolle di raggi gamma osservate dal Fermi Gamma Ray della Nasa potrebbero essere dovute al movimento di polvere e gas spinti sul buco nero dallo spiraleggiare del core della galassia satellite. Le calde e giovani stelle del centro galattico, invece, sarebbero il risultato della compressione delle masse prodotta dall’evento, fino a raggiungere la densità necessaria a formare questi corpi celesti.

Riferimenti: Vanderbilt University

Credits immagine: Julie Turner, Vanderbilt University 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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