Un pesce robot all’Acquario di Roma

Una volta ricoperto da uno speciale rivestimento in lattice, le sue fattezze saranno quelle di un dentice, indistinguibile dall’originale. Invece si tratta di un robot, in particolare del primo prototipo di pesce robot realizzato da una équipe di ricercatori dell’Università Campus Bio-medico di Roma, che lo hanno presentato la scorsa settimana al Biorobot 2012, il Congresso mondiale di Bioingegneria della capitale.

Il dentice artificiale, con batterie che gli garantiscono fino a sei ore di autonomia e sensori a ultrasuoni con i quali evita gli ostacoli, diventerà un ospite fisso delle vasche dell’Acquario di Roma. Grazie alla presenza di particolari telecamere al suo interno, permetterà di registrare e monitorare il comportamento degli altri pesci, fornendo dunque informazioni utili per gli etologi e per chi si occupa di conservazione delle specie.

In futuro, spiegano i ricercatori, grazie a questo tipo di dispositivi sarà possibile conoscere in modo approfondito anche i fondali marini, e compiere rilevamenti e analisi di quelle aree devastate dalle fuoriuscite di petrolio. Gli studiosi, infatti, prevedono di liberare questi pesci artificiali in mare aperto, e di dotarli di un sistema che utilizza il moto ondoso dell’acqua per l’approvvigionamento dell’energia necessaria al movimento.

Ma il pesce robot sarà accettato dai suoi omologhi naturali? I risultati di un altro studio, condotto da Stefano Marras e Maurizio Porfiri dell’Istituto per l’ambiente marino costiero di Oristano (Iamc-Cnr) in collaborazione con l’Istituto politecnico della New York University (Nyu-Poly), hanno rivelato che, in determinate condizioni, il pesce robot viene accettato come un leader dai pesci naturali che lo seguono nei suoi movimenti (vedi Galileo, Un pesce robot alla guida del branco). In questo modo, infatti, gli  animali riescono a risparmiare energia: il robot, nuotando, crea una depressione dietro di sé e gli altri pesci, inserendosi in questa scia, si lasciano trasportare senza fare fatica. “Il tratto innovativo di questa ricerca consiste nell’aver fatto interagire i pesci con un robot che imita artificialmente le caratteristiche degli organismi viventi, sia nelle fattezze che nel movimento, in un ambiente del tutto simile a quello reale”, conclude Marras.

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