Un piano d’azione contro il diabete

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(Credits immagine: PracticalCures.com)

Agire d’anticipo contro il diabete (early action) è l’unica strada efficace dal punto di vista clinico – per la prevenzione e la progressione delle complicanze – in termini di qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari, ed economici, ossia per la sostenibilità del sistema sanitario. Per questo, su iniziativa di del senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri e del deputato Lorenzo Becattini, presidenti dell’Intergruppo Parlamentare “Qualità di Vita e Diabete”, pazienti, istituzioni, diabetologi, medici di medicina generale e sanità del territorio si sono riuniti a Roma per implementare la Dichiarazione di Berlino, documento sottoscritto da vari paesi tra cui l’Italia e dal quale emergono raccomandazioni e misure urgenti da adottare per arrivare, entro 200 giorni, a ridurre le dimensioni del problema diabete di tipo 2 a livello globale. L’obiettivo è quello di affrontare con urgenza cinque aspetti fondamentali per la gestione dell’emergenza diabete: prevenzione, diagnosi precoce, efficace controllo della malattia, accesso tempestivo ai trattamenti innovativi e superamento delle disuguaglianze assistenziali sul territorio.

Il diabete colpisce attualmente più di 3,5 milioni di persone in Italia, cui va aggiunto un altro milione di persone che ne soffre senza saperlo. La malattia è in crescita esponenziale: nel 2030 saranno circa 5 milioni le persone affette da diabete nel nostro paese con conseguenti pressioni sul Sistema Sanitario Nazionale che già oggi affronta una spesa di circa 14.5 miliardi di euro (più del 10% della spesa sanitaria pubblica) per questa patologia. Applicare le raccomandazioni contenute nella Dichiarazione di Berlino potrebbe portare ad enormi benefici in termini di salute della popolazione, con la riduzione del numero di persone che vivono con un diabete non controllato, e ad una riduzione del 30% delle complicanze e delle ospedalizzazioni, con un conseguente risparmio per il SSN pari a circa 700 milioni di euro l’anno. Ma per agire in concreto serve l’apporto di tutti.

“Credo molto nella sinergia fra le associazioni dei pazienti, i rappresentanti istituzionali, gli specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, perché solo con una azione sinergica si può vincere la sfida contro la cronicità in generale e il diabete nel caso specifico. Un ruolo determinante spetta anche al farmacista chiamato a svolgere una insostituibile attività per migliorare i livelli di aderenza terapeutica e per dare impulso alla prevenzione e alla diagnosi precoce attraverso l’attività di educazione ai corretti stili di vita e gli screening”, commenta D’Ambrosio Lettieri. “L’empowerment del cittadino è un altro ingrediente fondamentale per raggiungere obiettivi di gestione efficace e precoce del diabete ma è altrettanto importante raggiungere degli obiettivi condivisi collaborando con Istituzioni, medici e specialisti”, aggiunge Rita Lidia Stara, Vice Presidente di Forum Diabete. “Ci troviamo di fronte ad uno scenario urgente in cui sarà la diagnosi precoce della patologia a fare la differenza. La collaborazione fra la persona diabetica, i suoi familiari, i medici e gli specialisti può essere la chiave di volta per garantire risultati positivi in termini di salute per la persona, efficacia delle cure e un uso razionale delle risorse per un accesso più ampio alle terapie innovative”.

Il diabete richiede un approccio a 360° per rivedere i modelli di presa in carico del paziente. “La
complessità della gestione del diabete richiede una assistenza sempre più integrata e multidisciplinare”, afferma Domenico Mannino, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi. “È necessaria una riflessione profonda, anche di natura etica, sulla nostra attuale normativa sulla prescrivibilità dei farmaci per il diabete mellito, considerata la disponibilità di opzioni terapeutiche decisamente sicure ed efficaci dal punto di vista della prevenzione delle complicanze cardiovascolari, renali e della mortalità. Ed è indispensabile, inoltre, dare impulso a un sistema di monitoraggio a distanza e telepresenza che, utilizzando i sistemi informatici attualmente disponibili, possa mettere rapidamente in collegamento le persone con diabete e le diverse figure di professionisti che agiscono all’interno del percorso di assistenza”.

La corretta e più efficiente gestione del diabete in Italia passa anche per una partecipazione più attiva del Medico di Medicina Generale. “I medici di famiglia possono e devono ricoprire un ruolo centrale nel potenziamento delle cure primarie nei percorsi di presa in carico delle patologie croniche e in particolare del diabete. Questo vale sia nella fase della diagnosi che nella fase di prescrizione della terapia” afferma Fiorenzo Corti, Vice Segretario Nazionale, FIMMG.

Fondamentale dunque poter garantire un percorso di cura integrato. “Noi specialisti e rappresentati della sanità pubblica locale sosteniamo la necessità di riorganizzare la rete diabetologica provinciale, al fine di rendere omogenea l’assistenza alla persona con malattia diabetica su tutto il territorio”, afferma Anna Vittoria Ciardullo, Direttore f.f. UO Diabetologia provinciale, AUSL di Modena. “La sfida di una cura moderna è la gestione di un percorso integrato che preveda il coinvolgimento attivo del paziente e il trasferimento delle giuste competenze alla medicina territoriale ed agli infermieri della cronicità”.

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