Un piano per Roma

Esiste un piano per compensare le emissioni che soffocano Roma: una serie di progetti pilota per i vari municipi, pensati ad hoc per la capitale ma applicabili anche su larga scala ed esportabili nelle altre città, italiane ed europee. Tra questi, il rimboscamento di alcune aree con 12.500 alberi, un piano del traffico mirato alla riduzione delle emissioni, un prototipo di pista ciclabile illuminata con lampioni a led, una diagnosi energetica di molte scuole e un piano di interventi per implementarne l’efficienza energetica, come la sostituzione di caldaie e sistemi di termoregolazione, e la valutazione della produttività energetica di impianti fotovoltaici. Tutto per ridurre le emissioni di gas serra del 6,5 per cento entro il 2012. Piano d’azione e obiettivo sono stati stabiliti dal progetto Life-RomaperKyoto, co-finanziato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, e giunto ormai alle sue fasi conclusive.

Partito nell’ottobre 2004, il progetto ha coinvolto l’Enea, l’Atac, Roma Natura, Roma Energia e l’Institute of Technology of Tallaght di Dublino, che insieme hanno fatto una stima delle emissioni dal 2008 al 2012, e individuato i settori più inquinanti. I gas serra presi in considerazione sono anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O). Le emissioni totali sono state espresse in termini di CO2 equivalente tenendo presente che una tonnellata di metano e di protossido corrispondono, rispettivamente, a 21 e 310 tonnellate di CO2. I settori presi in considerazione sono stati i trasporti, il terziario, i rifiuti, l’industria, l’agricoltura e quello della trasformazione dell’energia (raffinerie e impianti di produzione di energia elettrica). Il passo successivo è stato l’elaborazione di uno scenario di riferimento per il periodo 2008-2012 considerando la dinamica dell’economia nei vari settori e le normative adottate.

Finora, il settore più inquinante è risultato quello dei trasporti con 5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emesse nel 2006 (il 32% delle emissioni totali). Segue il settore residenziale, che nel 2002 è stato responsabile di circa 4,5 milioni di tonnellate emesse (26%). Il terziario, con il 19 per cento delle emissioni totali, ha fatto segnare nel 2002 emissioni pari a 3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, contro i quasi due milioni del settore rifiuti (11%). Un peso minore hanno avuto il settore della trasformazione dell’energia (8 per cento) e quello dell’industria (3%). Solo l’1 per cento il contributo dal settore dell’agricoltura.

Considerando che le emissioni sono state circa 13,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 1990 e di oltre 15 nel 2006 (un aumento del 17,8 per cento), l’obiettivo da perseguire nei  prossimi quattro anni è il taglio di oltre un milione di tonnellate di anidride carbonica. (r.p.)

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