Un segnale dall’ignoto

Un segnale radio della durata di meno di 5 millisecondi e di energia corrispondente a quanta ne emette il Sole in un mese. È la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università della West Virginia (Usa) durante uno studio sulle pulsar (stelle di neutroni) dal radiotelescopio australiano Parkes.
Come gli autori della scoperta riportano su Science, si tratta del segnale più intenso di simile durata mai registrato. Gli astronomi, coordinati da Duncan Lorimer, stanno ora cercando di identificare l’evento che lo ha generato.

Inizialmente l’impulso sembrava provenire da due piccole galassie distanti 200 mila anni luce dalla Terra, situate in un’area prossima alla Nebulosa Piccola di Magellano. Osservazioni più accurate, però, hanno individuato la reale sorgente in un punto distante circa un Gigaparsec (3 miliardi di anni luce). L’origine del segnale potrebbe essere ricondotta a un evento molto intenso come la fusione di due stelle di neutroni o l’evaporazione finale di un buco nero, fenomeni che finora non erano mai stati associati ad alcun segnale radio.
Inoltre, le informazioni sulla dispersione delle onde che hanno attraversato le nubi di gas ionizzato presenti nello spazio intergalattico, possono essere utilizzate per calcolare con maggiore precisione le distanze cosmiche.

Esaminando i dati registrati dal Parkes e provenienti dagli archivi di radiosegnali, i ricercatori sperano ora di trovare altri fenomeni simili. Lomer e colleghi stanno inoltre programmando ulteriori esperimenti per scrutare il cielo attraverso strumenti più  potenti, come l’Allen Telescope Array (California) che ha un campo di osservazione molto più ampio del radiotelescopio Parkes. (s.s.)

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