Modificare e disattivare il virus di Marburg e quindi reiniettarlo ancora nell’organismo, rendendo così quest’ultimo immune alla malattia mortale. È la strada proposta da Steven Jones, della Public Health Agency of Canada, per un vaccino con la Febbre di Marburg. Questa malattia colpisce i vasi sanguigni provocandone il deterioramento e continua a mietere vittime in Angola, dove la settimana scorsa l’epidemia scoppiata nel 2004 ha raggiunto il tetto di 335 decessi. I ricercatori hanno utilizzato uno stock di virus responsabili della stomatite vescicolare, ne hanno “rimescolato” i geni e hanno applicato in superficie delle proteine tramite cui l’organismo riconosce e organizza le difese contro il virus stesso. Somministrando questo vaccino di virus rimodellati a sei macachi ed esponendo quattro di questi a un’infezione forzata da virus di Marburg e i restanti due all’Ebola, sono morti unicamente i macachi infettati da Ebola. Modificando opportunamente il virus si ottiene viceversa un vaccino per l’Ebola che non ha comunque effetto sul virus di Marburg. Il vaccino sperimentato finora utilizza virus morti per indurre la risposta immunitaria dell’organismo, ma questo nuovo metodo sembra essere, nelle promesse, più efficace nonché più facile da produrre. L’unico timore è che il virus ancora vivo possa mutare, sfuggire alle difese e scatenare un’infezione mortale quando ne deve prevenire il rischio. La ricerca è pubblicata sull’ultimo numero di Nature Medicine. (m.d.b.)