Una ciambella di polvere

Una grande ciambella di polvere. È questo quello che circonda i buchi neri che si nascondono al centro di alcune galassie, secondo quanto conferma una scoperta pubblicata sulla rivista Nature. A scattarne per la prima volta una foto nel dettaglio è stato l’interferometro del Very Large Telescope (Vlt), uno strumento che si trova all’interno del Paranal Observatory in Cile. Quella ottenuta è, come confermano i ricercatori di tutto il mondo che hanno presto parte alla ricerca, la prima immagine ad alta risoluzione dei contorni di un buco nero al centro di una galassia attiva, chiamata NGC 1068, a “soli” 50 anni luce dalla Terra.C’è chi aveva previsto la struttura di questa ciambella già dieci anni fa. È GianLuigi Granato, ricercatore all’Osservatorio di Padova e unico firmatario italiano della scoperta. “I modelli che a partire dal 1993 abbiamo sviluppato insieme a Luigi Danese (coordinatore del settore di astrofisica alla Scuola Internazionale di Studi Superiori di Trieste, ndr) avevano già individuato, utilizzando prove indirette, non solo le dimensioni che avrebbe dovuto avere, ma anche la distribuzione della polvere al suo interno”, spiega il ricercatore. “L’immagine di NGC 1068 è una conferma diretta di quello che viene chiamato ‘modello unificato’, e risolve un lungo dibattito in corso su dimensioni e proprietà fisiche di queste aree. Diciamo che la ciambella si è dimostrata più grande di quello che per anni ha sostenuto un’altra corrente di pensiero”.La zona osservata dal telescopio cileno, che fa parte dell’European Southern Observatory (Eso),copre un’area attorno al buco nero di dimensioni piuttosto ridotte, circa 11 anni luce. Si tratta di una grande ciambella di polvere, all’interno della quale la temperatura cresce man mano che ci si avvicina al buco nero, passando dai 50 ai 500 gradi all’aumentare del campo radiativo che subisce. Questa ciambella permette di spiegare perché si osservano diverse tipologie di nuclei galattici attivi (Agn), ovvero le regioni centrali delle galassia che emettono grandi quantità di energia, probabilmente originata della presenza di un buco nero. Fondamentalmente, tutto dipende dalla posizione della ciambella rispetto al nostro punto di osservazione. Se essa è posta sull’asse di osservazione, e quindi si trova tra noi e il buco nero, non potremo vedere direttamente molti dei fenomeni che avvengono nella parte più interna della galassia. Nel caso in cui la ciambella non sia sull’asse, sarà possibile osservare il nucleo.“La galassia che abbiamo fotografato appartiene al primo tipo” aggiunge Granato, “è un oggetto relativamente vicino e comodo per l’osservazione. Dobbiamo anche considerare che questi nuclei spesso sprigionano un’energia e una luminosità pari a quella di 100 miliardi di stelle. E quindi se non ci fosse uno strato di polvere che ne oscura in parte la luminosità, sarebbe difficile fare qualsiasi osservazione”. Lo strumento utilizzato dai ricercatori ha permesso di raggiungere un potere risolutivo molto alto grazie al lavoro di gruppo di più telescopi, e a una tecnica chiamata interferometrica, che sfrutta il fenomeno dell’interferenza, ovvero la combinazione tra loro di sorgenti di luce della stessa lunghezza d’onda.“Per ora non siamo ancora in grado di fotografare nel dettaglio la zona più profonda della galassia, quella che nel caso dei nuclei galattici attivi nasconde un buco nero, ma per i nostri studi è quasi più importante osservarne i contorni”, conclude Granato. Diversi ancora i misteri della grande ciambella: sono ancora da determinare le sue esatte dimensioni, lo spessore e la capacità di assorbire la luce.

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