Categorie: Salute

Una pillola per sostituire l’attività fisica?

Immaginate un futuro in cui, anziché sudare correndo su un tapis-roulant o sollevando pesi, basta ingoiare una pillola per ottenere, senza alcuno sforzo, tutti i benefici dell’attività fisica. Per quanto strano possa sembrare, non è un’idea del tutto fantascientifica: un’équipe di ricercatori della School of Molecular Bioscience allaUniversity of Sydney, coordinata da Nolan Hoffman, ha infatti appena messo a punto una mappa dettagliata delle reazioni molecolari del corpo all’esercizio fisico, con l’obiettivo di creare, un giorno, un farmaco in grado di replicarle. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Cell Metabolism.

I ricercatori, come raccontano a Quartz, hanno osservato che l’esercizio fisico provoca circa mille cambiamenti molecolari nei muscoli: “Abbiamo creato”, spiega Hoffman, “una carta molecolaredell’esercizio fisico che getta le basi per un possibile trattamento farmacologico che abbia il fine ultimo di riprodurre gli effetti dell’esercizio stesso.

Da tempo si pensa che l’esercizio sollecitasse diversi segnali molecolari, e noi per la prima volta ne abbiamo svelato i dettagli e la complessità”. Per scoprirlo, gli scienziati hanno usato la cosiddetta spettroscopia di massa, una tecnica sperimentale che ha permesso loro di osservare i cambi strutturali nelle proteinenel tessuto muscolare scheletrico in seguito all’attività fisica. Si tratta, per ora, di risultati molto preliminari, ottenuti studiando un campione molto ristretto. Sono stati esaminati, in particolare, quattro maschi sani, che si sono sottoposti a due biopsie muscolari, la prima a riposo e la seconda dopo dieci minuti di attività fisica intensa su una cyclette. L’esame dei campioni è durato circa tre anni, spiega Hoffman, e ha svelato circa un migliaio di effetti molecolari estremamente complessi. “È impensabile”, spiega ancora lo scienziato, “mettere a punto un singolo farmaco che possa riprodurre efficacemente e in modo sicuro tutti questi effetti. Dobbiamo lavorare ancora per isolare i cambiamenti più significativi dal punto di vista biologico. E ci vorranno almeno dieci anni”. Il possibile farmaco dell’attività fisica, più che per i pigri, conclude Hoffman, sarà destinato a soggetti paralizzati o impossibilitati a muoversi.

Credits immagine: @yolandoska via Compfight cc
Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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