Una proteina per studiare i fossili

L’osteocalcina, una proteina presente nelle ossa fossili, potrebbe contribuire a risolvere il puzzle dell’evoluzione. Lo sostengono i ricercatori britannici dell’Università di Newcastle, che nel corso di uno studio, pubblicato sulla rivista Geology, hanno individuato la sua presenza in alcune ossa fossili di bisonte. Gli scienziati, infatti, hanno analizzato la struttura molecolare dei fossili di Bison priscus, uno proveniente dalla Siberia e l’altro dall’Alaska. Del fossile siberiano (vecchio più di 55 mila anni) hanno ricostruito il Dna mitocondriale e la sequenza completa dell’osteocalcina, presente in tutte le ossa dello scheletro. Risultato: questa proteina ha una grande capacità di sopravvivenza, più di dieci milioni di anni, superiore anche a quella del Dna che può sopravvivere “solo” per più di 100 mila anni. L’osteocalcina, infatti, rimane nelle ossa conservate ad alte temperature per diverse ore e può essere rintracciata anche nei fossili vecchi più di 120 mila anni. “La ricerca può essere applicata a molti fossili per capire le differenze evolutive tra specie antiche e moderne”, spiega Christina Nielsen Marsh, una delle ricercatrici che ha preso parte allo studio. “Può quindi estendere la nostra conoscenza sulla composizione genetica delle specie più antiche dell’era geologica”. (r.p.)

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