Una stazione spaziale sopra le nubi di Venere

Nei piani della Nasa, i prossimi decenni dovrebbero portare l’umanità a un nuovo livello nell’esplorazione spaziale: l’installazione di colonie su altri pianeti del Sistema solare. In proposito si parla molto spesso di Marte, ma in realtà esiste un’altra meta possibile, più facile da raggiungere, dotata di un’atmosfera e paragonabile al nostro pianeta per dimensioni e gravità. Parliamo di Venere, il nostro vicino più prossimo (la sua orbita lo porta ad una distanza minima di 38 milioni di chilometri dalla Terra), forse il luogo ideale dove costruire una colonia umana, se non fosse per un piccolo problema: le condizioni estreme della superficie.

Su Venere le temperature raggiungono in media i 462 gradi, la pressione atmosferica è 92 volte superiore a quella terrestre, e le nubi (onnipresenti) sono composte di acido solforico. Un nuovo progetto del Systems Analysis and Concepts Directorate della Nasa punta però a superare questi intoppi, realizzando una sorta di città delle nuvole sospesa al di sopra delle nubi di Venere.

Il progetto, illustrato in un video rilasciato a ottobre, prevede l’utilizzo di uno speciale veicolo battezzato Havoc (High Altitude Venus Operational Concept), un modulo spaziale che una volta raggiunto il pianeta sarebbe in grado di trasformarsi in un dirigibile, e stazionare ad un altezza di 50 chilometri dalla superficie. In questa posizione l’atmosfera di Venere fornirebbe ancora abbastanza protezione dalle radiazioni da creare un ambiente confortevole per gli astronauti, che sarebbero al contempo al sicuro dalle pericolose nubi acide, con una pressione atmosferica e una gravità paragonabile a quella terrestre e temperature intorno ai 75 gradi, alte ma tutto sommato gestibili.

Il modulo immaginato dai ricercatori della Nasa sarebbe alimentato da circa mille metri quadri di pannelli solari, e potrebbe essere costruito già oggi utilizzando tecnologie esistenti, anche se per svilupparlo servirebbero comunque un paio di decenni. Nei piani della Nasa, l’Havoc potrebbe permettere ad un equipaggio di stazionare su Venere per circa un mese, impiegando in tutto 440 giorni per il viaggio (110 per raggiungere Venere, un mese di permanenza e poi 300 per tornare a casa). Un periodo lungo, ma comunque inferiore a quello di una missione su Marte, che richiederebbe un numero di giorni compreso tra 650 e 900.

Il problema che rimane da risolvere è come portare l’Havoc e il suo equipaggio su Venere. Il piano (ancora del tutto teorico), prevede per ora una serie di missioni preliminari senza equipaggio per raccogliere dati, e verificare il funzionamento dell’Havoc. In seguito arriverebbero anche gli astronauti, prima per eseguire misurazioni e test in orbita, e infine installandosi nell’Havoc per svolgere esperimenti e raccogliere dati all’interno dell’atmosfera.

Il progetto per ora è ancora nelle primissime fasi di sviluppo, e non è detto che la Nasa decida di realizzarlo realmente. Secondo i suoi ideatori si tratterebbe però di una tappa importante in previsione dei futuri viaggi su Marte annunciati dall’Agenzia spaziale americana. “Venere è una meta di esplorazione e colonizzazione che ha valore di per se stessa – ha raccontato su Iee Spectrum Chris Jones, uno dei due ricercatori che hanno sviluppato il progetto Havoc – ma è anche complementare ai piani per la colonizzazione di Marte già in cantiere… Ci sono molte cose che vanno sviluppate per effettuare una missione su Marte, e Venere sembra un banco di prova più semplice”.

via Wired.it

Credits immagine: NASA Langley Research Center

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