Una voce per gli innocenti

Somaly Mam
Il silenzio dell’innocenza
Corbaccio, 2006
pp. 180, euro 13,60

 

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Somaly Mam ha oggi trentacinque anni. È nata in Cambogia e ha vissuto parte della sua adolescenza in un bordello, in condizioni di schiavitù, picchiata, violentata e torturata. Proprio da queste atroci vicende nasce la sua straordinaria storia e quella dell’associazione no-profit Afesip (Agir pour les femmes en situation précaire) fondata da lei in Cambogia, insieme al marito, nel 1997. Da venti anni, nonostante le numerose minacce ricevute, Somaly porta in questo centro, e negli altri sorti in Thailandia, Vietnam e Laos, migliaia di ragazze sottraendole alla prostituzione e alla schiavitù e insegnandoli un mestiere. Le loro storie sono tutte raccolte nel volume edito da Corbaccio “Il silenzio dell’innocenza”, presentato a Roma alla presenza di Emma Bonino, Ministro per il Commercio Internazionale e le Politiche Europee.

Già pubblicato in Francia e Spagna, il libro racconta la vicenda personale dell’autrice e delle sue ragazze e gli innumerevoli sforzi e le pressioni fatte sulle istituzioni locali anche solo per far riconoscere l’esistenza dello sfruttamento sessuale e del traffico di bambini. In paesi come il Laos, per esempio, fino a poco tempo fa si negava l’esistenza del problema ed era vietava la distribuzione di preservativi alle ragazze nei bordelli o per strada. Il problema grosso è anche superare la corruzione di politici e giudici, spesso collusi con i trafficanti di bambini, far condannare i protettori e i trafficanti e poi trattare direttamente con le bambine, raggiunte nei bordelli spesso sotto copertura per non rischiare di essere scoperte. Molte di queste, se riescono a fuggire, sono destinate a seguire lunghe terapie psicologiche per superare le violenze subite, a cui si affianca l’insegnamento di un lavoro.

Il fenomeno riguarda diverse migliaia di ragazzine, vendute al mercato del sesso per pochi soldi dalla propria famiglia fin dalla più tenera età, e chiama in causa anche i paesi occidentali. Molti dei turisti sessuali che vengono arrestati in Asia hanno vita facile con le leggi e i giudici di quei paesi. Per questo Somaly Mam è convinta della necessità di arrestare e processare coloro che commettono tali reati direttamente nel loro paese. Dopo quello delle armi, il traffico clandestino di bambini è per proventi il secondo al mondo, prima di quello della droga. Si stima che siano circa due milioni i minori venduti per scopi sessuali, per un guadagno di 40 mila milioni di dollari annui. “Un dato preoccupante è che si sta abbassando l’età delle bambine sfruttate nel mercato del sesso”, ha spiegato l’autrice Somaly Mam. “Molte ragazze in Cambogia non superano gli 11 anni d’età e si parla anche di piccole di cinque anni vendute per alimentare il falso mito per cui avere rapporti con una vergine porta bene e conduce all’immortalità. Tendenza che sta facendo aumentare pericolosamente i contagi da Hiv”.

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