Categorie: Spazio

Un’esplosione di 13 miliardi di anni fa

Circa 13 miliardi di anni fa una stella moriva. Era l’alba dell’Universo: erano trascorsi “appena” 500 milioni di anni dal Big Bang. A rivelare l’evento è stata l’individuazione dei raggi gamma (Grb) relativi all’esplosione da parte del satellite Swift della Nasa. Si tratta del più antico fenomeno cosmico mai osservato e, forse, dell’oggetto più lontano nel tempo e nello Spazio conosciuto finora. Il team internazionale di astronomi che sta studiando i Grb, di cui fanno parte due italiani dell’Istituto Nazionale di Astofisica (Inaf), ha presentato al congresso nazionale dell’American Astronomical Society (conclusosi ieri a Boston) i primi dati; lo studio sarà poi pubblicato su The Astrophysisical Journal.

Dopo la segnalazione da parte del satellite Swift, avvenuta il 29 aprile del 2009, le prime osservazioni terrestri sono state effettuate grazie ai telescopi Grond e Vlt, installati sulle Ande cilene. Subito dopo è entrato in azione anche il telescopio Gemini, sul vulcano Mauna Kea, nelle Hawaii, coordinato da Antonino Cucchiara, ricercatore italiano trasferitosi da poco a Berkeley. Per dissipare ogni dubbio sulla distanza dell’esplosione è stato chiamato in causa anche il telescopio spaziale Hubble, che ha fornito un’immagine a colori del cielo nelle vicinanze della sorgente dei Grb. Tutti i dati raccolti da questi strumenti sono stati esaminati da un gruppo di ricercatori guidato da Lorenzo Amati dell’Inaf-Iasf di Bologna; Ora i risultati sono stati resi pubblici.

L’esplosione sarebbe avvenuta esattamente 13 miliardi e 104 milioni di anni fa, quando l’Universo era ancora molto giovane. I due lampi di raggi gamma che ne sono scaturiti – ognuno della durata di una decina di secondi – hanno attraversato lo Spazio raggiungendo solo qualche settimana fa la Terra, a distanza di sei giorni l’uno dall’altro. Unificati sotto il nome di GRB 090429B, si contendono il titolo di “oggetto più lontano nell’Universo” con un altro lampo di raggi gamma chiamato GRB 090423 e con due galassie: Lehnert e Bouwens (la più quotata).

“La scoperta di un’esplosione cosmica così distante, avvenuta in un’epoca in cui l’Universo aveva meno del 4 per cento dell’età attuale, è di grande interesse per lo studio della sua storia”, ha commentato Paolo D’Avanzo dell’Osservatorio Astronomico Inaf di Brera, coatuore dello studio.

Riferimenti: Inaf

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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