Vaccino Astrazeneca: anche per gli over 55 se in salute

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(Foto: fotoblend/Pixabay)

Aggiornamento del 2 febbraio: L’Agenzia italiana del farmaco aggiusta il tiro sul vaccino di AstraZeneca e Oxford, con il parere della commissione tecnica scientifica: “In attesa di acquisire ulteriori dati, anche dagli studi attualmente in corso, al momento per il vaccino AstraZeneca si suggerisce un utilizzo preferenziale nelle popolazioni per le quali sono disponibili evidenze maggiormente solide, e cioè soggetti giovani tra i 18 e 55 anni. Si ribadisce tuttavia che, sulla base dei risultati di immunogenicità e dei dati di sicurezza, il rapporto beneficio/rischio di tale vaccino risulta favorevole anche nei soggetti più anziani senza fattori di rischio”. In sostanza, anche se consigliato principalmente per persone tra 18 e 55 anni, può essere usato anche per persone over 55 in salute.

Più severi dei tedeschi. Dopo l’approvazione dell’Ema all’uso di emergenza del vaccino Covid di Oxford/AstraZeneca per gli adulti in tutte le fasce d’età, è arrivato il 30 gennaio anche il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che però ne raccomanda la somministrazione solo tra i 18 e i 55 anni. Come mai?

Le raccomandazioni di Aifa

Comunicando l’autorizzazione del vaccino di Oxford/AstraZeneca nei soggetti maggiori di 18 anni, come da indicazione dell’Ema, la Commissione tecnico-scientifica di Aifa ha aggiunto qualche raccomandazione.

Gli esperti ribadiscono come i vaccini a mRna dovrebbero essere la scelta preferenziale per la vaccinazione di anziani e/o persone a rischio, mentre è preferibile somministrare il vaccino di Oxford/AstraZeneca a soggetti tra 18 e 55 anni.

Raccomandazioni che lasciano intendere una linea ancora più prudente di quella dell’agenzia tedesca che poco prima aveva dato indicazione di preferire i vaccini a mRna per gli over 65.


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In attesa di ulteriori dati

Questo non significa che il vaccino di Oxford/AstraZeneca non sia sicuro, e nemmeno che non sia efficace se somministrato a persone con più di 55 anni. Per le analisi finora svolte, l’efficacia (cioè la capacità di ridurre le infezioni sintomatiche da coronavirus) si attesta al 59,5% e test sul sangue dei volontari anziani dimostrano una buona risposta anticorpale.

Perché allora queste specifiche? La raccomandazione degli esperti dell’Aifa si basa sul fatto che non ci sono ancora abbastanza dati ufficiali sulla protezione che questo prodotto conferisce sulla fascia anziana della popolazione.

“I dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca – si legge nel documento dell’Aifa – mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia nei soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una buona risposta anticorpale) era scarsamente rappresentata“. Negli studi clinici di fase 3 completati, infatti, solo l’8% dei volontari aveva più di 55 anni, solo il 4% più di 65.

Aifa non limita dunque l’utilizzo del vaccino di Oxford/Astrazeneca (anche perché – tralasciando ritardi e polemiche – è quello di cui l’Italia ha prenotato più dosi), ma sottolinea il fatto che esistono altri due prodotti approvati (Pfizer e Moderna) che hanno dimostrato un’efficacia maggiore e che dunque dovrebbero dare maggiori garanzie di protezione delle fasce a rischio di complicazioni da Covid-19.

Via: Wired.it