Era il 1979 quando il vaiolo, grazie a un’imponente campagna di vaccinazione, veniva eradicato. Oggi, 35 anni dopo, il nome della malattia infettiva torna a circolare sui giornali di tutto il mondo, dopo che al National Institute of Health di Bethesda (Maryland) è stato annunciato il ritrovamento di alcuni campioni dei virusVariola, l’agente eziologico della malattia.
Le fiale contenenti il virus, risalenti agli anni Cinquanta, erano stipate in una scatola di cartone in una zona non utilizzata di un ripostiglio di un laboratorio della Food and Drug Administration, riscoperte per caso durante il trasferimento del laboratorio stesso. Come fanno sapere dal Centers for Disease Control and Prevention(Cdc), non ci sono evidenze di rotture nelle fiale (che ora si trovano in una zona ad alta sicurezza del Cdc di Atlanta, una delle due, insieme al centro russo di Novosibirsk, designata dall’Oms ad ospitare i campioni del virus), e personale e pubblico del luogo di ritrovamento non corrono rischi di infezione.
Le analisi di Pcr eseguite hanno confermato che come scritto sui campioni lì dentro si trovi dna di Variola, e ulteriori test in corso forniranno ulteriori evidenze. Dopo di che i campioni – qualora si dimostrassero vitali (le condizioni di storage potrebbero infatti averne minato la vitalità e la capacità infettiva) – verranno distrutti alla presenza di funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Via: Wired.it
Credits immagine: Sanofi Pasteur/Flickr
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Interessante... perche' aspettare di verificare che siano "vitali"? Non sarebbe piu' saggio distruggerle e basta? A limite se si dovessero mantenere delle informazioni a scopo scientifico/di ricerca basterebbe mantenere una mappa del DNA....