Ha superato Eris (EG.5) e FL.1.5.1 diventando così il ceppo dominante. Si tratta della nuova variante di Covid-19 identificata con la sigla HV.1, che ormai da qualche tempo si sta diffondendo rapidamente negli Stati Uniti, anche a causa di una copertura vaccinale della popolazione statunitense sempre più bassa. A comunicarlo sono i Centers for Disease Control and Prevention, secondo cui appunto, questa settimana Eris è stata superata dopo parecchi mesi dalla variante HV.1.
Identificata per la prima volta alla fine dello scorso luglio, quando rappresentava circa l’1% dei casi Covid, HV.1 ha continuato a crescere silenziosamente, ma costantemente. Infatti, secondo l’ultimo aggiornamento dei Cdc, relativo al periodo dal 15 al 28 ottobre, HV.1 rappresenta attualmente circa un quarto dei casi Covid segnalati negli Usa. Più precisamente è responsabile del 25% dei casi totali, seguita da EG.5 con il 22% e da FL.1.5.1 con il 12%. Proprio come le varianti dominanti degli ultimi mesi, anche HV.1 è un’altra discendente di Omicron. Per questo, date le sue caratteristiche simili alle varianti XBB (che derivano sempre da Omicron), al momento gli esperti non hanno espresso preoccupazioni per il suo potenziale di causare sintomi e infezioni più gravi.
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Inoltre, sempre per queste somiglianze, la comunità scientifica ha suggerito che i nuovi vaccini, aggiornati per le varianti XBB di Covid-19, non dovrebbero perdere efficacia, ma offrire una protezione anche per questa ultima variante. “Sebbene il vaccino non abbia una corrispondenza perfetta per l’HV.1, è comunque una buona arma perché rientra ancora nella stessa famiglia di varianti”, ha commentato alla Nbc News Scott Roberts, esperto di malattie infettive della Yale Medicine.
Secondo le prime ipotesi, inoltre, HV.1 potrebbe avere una miglior capacità di trasmissione dell’EG.5, ma non a tal punto da creare allarmi. “Una cosa è certa, a livello di evasione del sistema immunitario si comporta come l’intera famiglia Omicron”, ha commentato all’Adnkronos Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “L’unica che un po’ si distingue immunogeneticamente da tutte le altre è Pirola, ma HV.1 è una sottovariante di EG5, quindi non mi preoccuperei più di tanto. Ne vedremo ancora tantissime”.
E se oltre oceano la variante HV.1 è appena diventata dominante, in Italia a predominare è ancora Eris. Secondo quanto si legge dall’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nell’ultima settimana di campionamento consolidata (02/10/2023-08/10/2023, dati al 23 ottobre 2023), si continua ad osservare una predominanza di sequenze riconducibili alla variante d’interesse EG.5, “con una proporzione pari al 48,2%”, spiegano dall’Iss. “Si conferma, inoltre, la cocircolazione di ceppi virali ricombinanti omicron riconducibili a XBB ed in particolare a XBB.1.5 (15,0%), XBB.1.9 (10,7%), XBB.1.16 (9,3%) e XBB.2.3 (8,9%)”. Al 25 ottobre, inoltre, risultano depositati nella piattaforma nazionale I-Co-Gen “10 sequenziamenti attribuibili alla variante oggetto di monitoraggio BA.2.86 (Pirola, ndr.)”.
Via: Wired.it
Credits immagine: Fusion Medical Animation su Unsplash
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