Verso un mondo senza mine

L’uso di mine antiuomo è diminuito nel 2005. A riportare la buona notizia è il rapporto annuale “Landmine Monitor Report 2005” presentato dalla Campagna internazionale contro le mine alla vigilia della riunione dei 147 stati membri della Convenzione di Ottawa (il trattato di messa al bando alle mine antiuomo), che si terrà a Zagabria dal 28 novembre al 2 dicembre. Sono aumentati, infatti, i paesi che non le producono e non le utilizzano più, come anche il numero di quelli che aderiscono alla Convenzione.

Nell’ultimo anno hanno fatto uso di questi ordigni gli eserciti di tre paesi, Myanmar, Russia e Nepal, e i gruppi armati non statali di almeno 16 paesi. Dalla lista dei produttori, che si è ridotta a 13 stati contro gli oltre 50 del 1999, sono stati cancellati anche Egitto e Iraq.

Ma il problema resta serio: più di 200 mila chilometri quadrati di territorio mondiale sono contaminati da mine e residui bellici inesplosi per un totale di 84 paesi, ogni anno una media di 15-20 mila persone restano mutilate o uccise e quasi 400 mila sono costrette a vivere con i postumi di un incidente da mina.

“In Afghanistan si verificano ancora quasi 100 incidenti da mina al mese. È urgente perciò accelerare le attività di bonifica dei territori, prevenzione dei rischi, assistenza, riabilitazione e reinserimento delle vittime”, ha commentato Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna Italiana contro le mine.

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