Dall’effetto placebo alle illusioni: in viaggio nel cervello, con i fumetti

cervello

Il fumettista Luca Morici accompagna il neurologo Fabrizio Benedetti, il dottor Ben, nelle visite ai suoi pazienti, mettendo in evidenza con immagini e disegni le caratteristiche delle diverse patologie e le zone del cervello che ne sono responsabili. Il dottor Ben spiega infatti che le disfunzioni neurologiche permettono di comprendere le funzioni del cervello sano, e le indagini effettuate sui diversi pazienti possono mettere in evidenza le strutture cerebrali compromesse dalla malattia. Neurologo e disegnatore presentano dunque una successione di casi, uomini e donne di diversa età e condizione, spiegando come le diverse aree cerebrali (di cui il lettore impara a conoscere il nome, la collocazione e la funzione) siano responsabili di specifici funzionamenti.

Fabrizio Benedetti, Luca Morici
Viaggio al centro del cervello. Esplorare la mente con parole, immagini, fumetti.
Carocci Editore, 2023
pp. 191, € 24,00

La visione cieca

Il primo caso presenta un esempio della cosiddetta visione cieca, che permette di localizzare oggetti nello spazio ma non di identificarli, perché il malato non riesce a vederli: queste peculiarità indicano al neurologo che le due funzioni (localizzazione e identificazione) avvengono in due aree ben distinte del sistema nervoso centrale.

Quando manca la memoria

I lobi prefrontali permettono di avere aspettative, di controllare le emozioni, di pianificare le proprie azioni, di focalizzare l’attenzione, di ricordare. Ma l’età e la malattia possono alterarne gravemente le funzioni. Così le rappresentazioni degli occhi privi di sguardo di una paziente depressa si accompagnano alle parole che denunciano la sua impossibilità di ricordare, la memoria svuotata e l’incapacità di compiere azioni mirate. Il dottor Ben propone dei test per indagarne le effettive capacità, ma gli elettroencefalogrammi denunciano l’inesorabile degenerazione dei neuroni e la tomografia a emissione di positroni (PET) lascia prevedere l’inarrestabile progredire della patologia.

Il cervello diviso

Emisfero destro ed emisfero sinistro controllano in linea generale la metà opposta del corpo, coordinati nel loro funzionamento dalle fibre del corpo calloso. Se queste vengono tagliate, la comunicazione tra i due emisferi è compromessa e gli individui percepiscono e agiscono come se nello stesso corpo vi fossero due persone distinte, una più analitica e una più sintetica, non sempre capaci di adattarsi alla reciproca convivenza. Le immagini che accompagnano la descrizione di questa patologia ne rendono più evidenti i sintomi, e il caso presentato dal neurologo mette chiaramente in evidenza sia le difficoltà di un paziente col cervello diviso, sia l’importanza del sistema di coordinamento nei cervelli sani.

Broca e Wernicke

Se un tumore compromette le aree responsabili del linguaggio – il centro di Broca che permette di formulare parole e frasi, e il centro di Wernicke che ne permette la comprensione – la paziente può andare incontro a una afasia espressiva o a una afasia di comprensione. Le illustrazioni mostrano come viene asportato chirurgicamente un pezzo di osso cranico e una piccola parte di tessuto nervoso. Con questa operazione complessa il tumore può essere rimosso e il ricco patrimonio linguistico acquisito dalla paziente fin dai suoi primi anni di vita e arricchito dall’esperienza è, almeno in parte, salvo.  

L’inganno delle illusioni nel cervello

La vita e l’esperienza dunque modellano l’attività del cervello che, al tempo stesso, modella i modi di vivere e di capire, elabora gli stimoli provenienti dal mondo esterno e, se è guidato da forti motivazioni, organizza i comportamenti necessari a realizzare i propri scopi. E seppure tutti sappiamo come le nostre azioni possono essere guidate sia dalla ricerca di una gratificazione immediata sia dalla speranza di una ricompensa futura, i neurologi hanno individuato due specifiche aree del cervello che si attivano in funzione dell’una o dell’altra opzione. Ma talvolta l’interpretazione degli stimoli non corrisponde ai dati reali: gli autori presentano i vari casi in cui “il mondo non è sempre come appare”. Dall’effetto placebo che permette all’acqua somministrata da un medico di fiducia di produrre l’effetto di un potente analgesico o di un sedativo, fino alle note illusioni ottiche, si dimostra che il cervello interpreta il mondo a modo suo, facendoci vedere cose che non esistono. In realtà le illusioni percettive si fondano di solito su disegni ben confezionati, bidimensionali e presentati in contesti appropriati; ma queste esperienze ingannevoli ci invitano a ricordare che la realtà dentro di noi e la realtà fuori di noi non sempre coincidono.

Alle radici del dolore

Il testo si conclude con un capitolo particolarmente interessante: “Quella strana esperienza che chiamiamo dolore”, in cui cinque pazienti raccontano la loro percezione del dolore e il neurologo indaga sui complicati meccanismi mentali che si intersecano per provocarlo. I disegni illustrano sia le condizioni dei diversi malati sia le zone del cervello e della muscolatura coinvolte nella varie situazioni. Il dottor Ben incontra quindi un ragazzino che non prova mai alcun dolore e non viene così fisiologicamente avvertito dei danni provocati da ferite o da bruciature, una donna che prova dolore ma non vi attribuisce un significato negativo e quindi non prova sofferenza, un uomo che prova dolore a un arto “fantasma” che gli è stato amputato, un uomo con dolori prodotti solo dalla sua mente, senza alcuna causa reale, una donna che prova dolore intenso anche per un semplice sfioramento. Le zone del cervello coinvolte in queste percezioni non sono ancora ben note e certamente coinvolgono diversi livelli di consapevolezza; a volte è il cervello stesso ad inattivare le specifiche vie nervose del dolore producendo analgesici chiamati endorfine. Ed anche il dottor Ben, al termine della sua lunga e faticosa giornata, nonostante tutta la sua competenza riflette su quanto l’esperienza del dolore sia ancora strana e complicata.

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