Categorie: Vita

Videogame per allevatori doc

Farmland
Commissione Europea, 2008

“Rispetto, salute e qualità sono sinonimo di una fattoria felice”. Con questo motto il bravo allevatore porta avanti la sua attività impegnandosi a garantire il benessere di maiali, galline ovaiole, polli e mucche. Se il pollaio è sovraffollato, ne costruisce uno più grande; se ha il sospetto che nelle stalle sia presente un virus, provvede immediatamente alla disinfestazione; se i maiali sembrano deprimersi perché non hanno la possibilità di rotolarsi nel fango o frugare nella paglia, gli procura spazi adatti per le loro esigenze. Inoltre fornisce cibo di qualità, acqua sempre fresca, lettiere pulite. Utopia? Forse nel mondo reale, sebbene le normative europee impongano la tutela del benessere degli animali da allevamento. Normale routine, invece, per i gestori di Farmland, la fattoria virtuale in cui si ambienta il gioco interattivo ideato dalla Direzione Generale di Sanità e Consumatori (DG SANCO) della Commissione Europea per sensibilizzare bambini dai 9 ai 12 anni al benessere degli animali.

“Abbiamo il dovere di informare i nostri ragazzi sull’origine e i sistemi di produzione degli alimenti che consumano e sul modo in cui dovrebbero essere allevati e trattati gli animali. Grazie a Farmland crediamo di raggiungere questo obiettivo in un modo che sia allo stesso tempo istruttivo e divertente”, ha spiegato Androulla Vassiliou, commissaria europea per la Sanità.

Lo scopo del gioco è portare a termine una serie di attività dimostrando di essere un bravo allevatore. Prima di cimentarsi nelle prove di abilità (che consistono, oltre al classico salto dell’ostacolo o cattura di oggetti, nell’individuare i cibi più adatti alla crescita dell’animale o gli accessori più indicati per renderne confortevole l’ambiente), il giocatore è invitato a documentarsi sui bisogni degli animali, su quelli comuni a tutti e  quelli tipici di ogni specie. Le schede informative fortunatamente sono sintetiche e, nonostante il dichiarato intento pedagogico (formare consumatori del futuro più consapevoli), non annoiano i lettori come accade per molti altri prodotti didattici.

Senza troppi giri di parole si va subito al sodo: gli animali sono esseri senzienti, soffrono e hanno bisogni non diversi dai nostri, per questo vanno rispettati. Cinque i loro principali diritti: libertà da sete, fame e malnutrizione; libertà dai disagi, dal dolore, dai maltrattamenti e dalla malattia; libertà di comportarsi secondo natura; libertà dalla paura e dalla sofferenza.

Inoltre, non si deve dimenticare che la qualità del cibo che fornisono dipende dalla qualità della vita che conducono. Ecco perché va condannata l’innaturale crescita dei polli (fino a 2 chilogrammi in sole 6 settimane), il sovraffollamento dei loro ricoveri (fino a 20.000 esemplari in un unico stanzone), arieggiati per lo più con sistemi di ventilazione artificiale. Lo stesso vale per le galline ovaiole in batteria (con a disposizione uno spazio pari a un foglio A4), tanto che a partire dal 2011 nell’Unione Europea sarà proibito questo sistema di allevamento. Altro triste destino è quello dei vitelli da latte che, a differenza di quelli allevati per la produzione di carne, vengono separati alla nascita dalle loro madri e nutriti artificialmente.

Di tutto ciò ovviamente a Farmland non c’è traccia, perché il bravo allevatore non commetterebbe mai errori del genere. Così come non accetterebbe per nessuna ragione di trasportare i propri animali in condizioni analoghe a quelle del mondo reale. Non li sottoporebbe a lunghi ed estenuanti viaggi ammassati in spazi ristretti senza il minimo comfort e in condizioni igieniche precarie.

Il giocatore non lo deve dimenticare se vuole raggiungere l’ultimo livello: il supermercato, dove viene testata definitivamente la sua indole animalista. È nella scelta degli alimenti infatti la chiave di volta: solo quando i consumatori si interesseranno al benessere degli animali potremo vedere scorci di Farmland anche nei nostri allevamenti.

Giovanna Dall'Ongaro

Laureata in filosofia ha curato l’ufficio stampa dell'Ente Nazionale Protezione Animali e collabora come free lance con diverse testate, tra cui 50&Più (Confcommercio),L'Espresso, La Macchina del Tempo. Dal 2003 fa parte della redazione di Sapere.

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