Il caso Zika, con le infezioni del virus nel centro e sud America potenzialmente correlate a malformazioni e disordini neurologici, sembra aver colpito le Olimpiadi ben prima del loro inizio. Le possibili ripercussioni di questa infezione – su cui domina per lo più l’incertezza al momento – sulle Olimpiadi erano state paventate da tempo da media ed esperti, ed ora alcuni annunci sembrano confermare i timori. Almeno in parte. Il comitato olimpico statunitense (United States Olympic Committee, Usoc), per esempio, avrebbe infatti comunicato agli atleti e allo staff di considerare eventualmente di saltare la partecipazione a Rio 2016, al via ad agosto, se intimoriti dal virus Zika.
La notizia è arrivata prima sui grandi media, poi è stata precisata dallo stesso comitato. A quanto pare l’Usoc avrebbe informato le federazioni sullo stato delle infezioni da Zika e sulle raccomandazioni emesse dal Cdc, l’ente di controllo per la sanità pubblica statunitense, in merito, promettendo di continuare a farlo.
Ma non avrebbe affatto sconsigliato agli atleti di partecipare alle olimpiadi, si legge in una nota diffusa sul sito dell’Usoc: “Gli annunci secondo cui l’Usoc avrebbero consigliato agli atleti Usa di riconsiderare la partecipazione ai giochi di Rio a causa di Zika sono inaccurati al 100%”, precisa il portavoce Patrick Sandusky: “Come Team Usa aspettiamo i giochi di Rio e non abbiamo impedito, non impediremmo e non impediremo agli atleti di competere per il proprio paese se si dovessero qualificare. L’annuncio inesatto citava una discussione interna con i leader sportivi riguardanti i dipendenti e i potenziali rischi che il Cdc ha identificato per i viaggi nelle aree colpite da Zika”.
Donald Anthony, presidente di Usa Fencing, riferendo di questo incontro, avrebbe riportato come le federazioni sportive sarebbero state invitate a considerare la loro partecipazione se intimoriti. In particolare nel caso in cui del team e dello staff facessero parte donne incinte e in cerca di una gravidanza. L’Usoc in sostanza avrebbe lasciato piena libertà di scelta agli atleti, i quali se preoccupati, per qualsiasi motivo, potrebbero scegliere di non partecipare ai giochi, confidando al tempo stesso nella collaborazione e nelle raccomandazioni delle agenzie sanitarie per gestire la situazione, dall’Oms, al Cdc agli esperti di malattie infettive. E anche sul fatto che ad agosto la stagione invernale scoraggerà la diffusione delle zanzare e quindi del virus. Atteggiamenti simili sarebbero stati presi dai comitati olimpici australiani, neozelandesi, mentre anche il Kenya studia la situazione.
Via: Wired.it
Credits immagine: Rodrigo Soldon/Flickr CC
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