Zika, infezioni del virus registrate anche in Europa

Casi di infezioni da virus Zika, il patogeno che sta mettendo paura al centro e sud America per il possibile legame con malformazioni nei neonati e il potenziale aumento di una malattia autoimmunitaria (la sindrome di Guillain-Barré), sono stati registrati anche in Europa. Tre nel Regno Unito, quattro in Italia (relativi al 2015 e senza conseguenze), due in Spagna, ma si tratta per tutti di casi di importazione, ovvero di persone che hanno contratto il virus nelle zone interessate dall’epidemia, nel centro e sud America.

Il virus, ribadiscono gli esperti, non è presente naturalmente su suolo europeo e non si trasmette da uomo a uomo, ma principalmente lo fa attraverso la puntura delle zanzare del genere Aedes, sebbene alcune evidenze suggeriscano una possibile trasmissione sessuale e verticale da madre a figlio. A livello teorico, ma considerando la stagione invernale, sul suolo europeo esistono però potenziali vettori del virus.

Nel frattempo l’allerta contro il virus rimane alta nel nuovo continente, per via non tanto degli effetti dell’infezione del patogeno (che si presentano raramente, son generalmente lievi e scompaiono nel giro di una settimana), quanto piuttosto per il possibile rischio di malformazioni nei neonati (microcefalia), che si crede possa essere dovuto a infezioni del virus contratte durante la gravidanza.

Il rischio, assieme anche a quello ipotizzato della sindrome di Guillain-Barré, ha scatenato misure drastiche, come invitare le donne dei paesi interessati dai contagi autoctoni a rinviare le gravidanze. Precauzione consigliata per esempio da El Salvador, Brasile, Colombia, Ecuador e Giamaica, mentre i vicini Usa, attraverso il Cdc, hanno ampliato la lista di paesi sconsigliati per i viaggi alle future mamme (e le prime caute raccomandazioni arrivano anche dall’European Centre for Disease Prevention and Control che invita ad adottare le misure preventive in caso di eventuali viaggi verso le zone colpite dal virus).

Nel frattempo il Brasile, dove i casi sospetti di microcefalie potenzialmente correlate al virus sono circa 4000, pensa anche a come affrontare l’epidemia durante le Olimpiadi e le paralimpiadi che si terranno quest’anno nel paese. Sebbene i giochi avranno luogo durante i mesi invernali in Brasile, da agosto a settembre, e quindi più secchi e più freddi, così da ridurre la presenza dell’insetto vettore, il comitato si impegna ad adottare tutte le misure necessari a contenere il virus, per esempio attraverso il controllo e l’ispezione di tutte le acque stagnati giornalmente.

Via: Wired.it

Credits immagine: Marcos Freitas/Flickr CC

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