Caccia al fantasma previsto da Einstein

Il quartetto è ora al completo, con l’inaugurazione di Virgo, l’interferometro italo-francese posizionato a subito fuori Pisa, a Cascina, nell’osservatorio Ego. La super antenna, larga quanto mezzo pianeta e in grado di captare le onde gravitazionali si unisce infatti agli altri tre strumenti già posizionati su punti diversi del pianeta (uno in Germania, ad Hannover, e due negli Stati Uniti, in Lousiana e nello Stato di Washington) per portare avanti un ambizioso progetto: catturare le perturbazioni nate all’origine del nostro universo che giungono ancora oggi fino a noi. Una squadra d’azione valutata 400 milioni di euro,  composta da più di 800 ricercatori collegati tra loro.

Virgo, il più grande interferometro europeo, come gli altri suoi “colleghi” ha una struttura dalla geometria semplicissima: due tunnel lunghi tre o quattro chilometri disposti perpendicolarmente. Ad una delle estremità è posizionata una sorgente laser che emette un fascio di luce che rimbalza avanti e indietro nel tunnel attraverso un sistema di specchi. L’eventuale presenza di un’onda gravitazionale spingerebbe i fasci di luce verso un rivelatore posto all’estremità opposta del tunnel.

Una volta in trappola si potrebbe finalmente studiarne la struttura e la sua origine nel cosmo. Finora infatti questi deboli segnali provenienti dal collasso di grandi stelle o dai buchi neri, previsti dalla teoria di Einstein 91 anni fa, non  sono mai stati osservati. L’avvio dell’esperimento europeo, frutto di collaborazione tra l’Infn italiano e il Cnrs francese, costato 78 milioni di euro,  è stato celebrato ieri in una conferenza stampa: “Questa collaborazione internazionale – ha detto Sergio Bertolucci, vicepresidente dell’Infn- dimostra l’importanza strategica dell’investimento nella scienza di base. Senza questo tipo di ricerca, nessuna società può restare a lungo competitiva”. (g.d.o.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here