L’aria inquinata potrebbe influire sulla qualità degli spermatozoi

infertilità
(Foto via Pixabay)

Vivere in un ambiente con alti livelli di inquinamento dell’aria, soprattutto polveri sottili, sarebbe associato ad una peggiore qualità dello sperma e potrebbe portare a un più alto tasso di infertilità: lo sostiene uno studio pubblicato sul Journal Occupational & Environmental Medicine.

Nonostante gli effetti siano relativamente piccoli dal punti di vista clinico e lo studio in questione è unicamente di tipo osservazionale, gli scienziati sottolineano che, data la grande diffusione dell’inquinamento a livello globale, questo collegamento potrebbe portare a conseguenze non trascurabili dal punto di vista della fertilità.

Questa ipotesi non è del tutto nuova: già in passato sono emersi collegamenti tra l’esposizione ambientale ad alcuni composti chimici ed una peggiore la qualità dello sperma; tuttavia la letteratura che tratta specificatamente degli effetti dell’inquinamento sullo sperma è inconsistente, e tende a focalizzarsi sugli effetti a breve termine.

Con lo scopo di studiare in dettaglio questo fenomeno, il team della Chinese University of Hong Kong si è occupato di studiare l’impatto a breve e lungo termine dell’esposizione alle polveri sottili sulla salute di 6500 uomini di età comprese tra i 15 e i 49 anni. Lo studio, durato dal 2001 al 2014, è stato condotto a Taiwan. Durante la ricerca la qualità dello sperma dei partecipanti era controllata regolarmente, prendendo in considerazione fattori quali il numero di spermatozoi e la loro forma e dimensione. Utilizzando un modello spazio-temporale basato su osservazioni ottiche ottenute da un satellite, i ricercatori hanno inoltre stimato i livelli di polveri sottili (PM2,5) presso la residenza di ogni partecipante, ogni tre mesi (il tempo necessario per generare nuovo sperma) e ogni due anni per ottenere un valore medio.

Dai risultati ottenuti sono emersi significativi collegamenti tra l’esposizione ad alti livelli di inquinamento e una forma e dimensione anomala degli spermatozoi dei partecipanti. Un aumento di 5 µg/m3 del valore medio delle polveri sottili in due anni era associato con una diminuzione dell’1,29% del numero di spermatozoi  di forma e dimensione normale. Gli scienziati hanno osservato, tuttavia, un aumento della concentrazione di spermatozoi in questi partecipanti (1,03 ×106/mL per l’esposizione a lungo termine), probabilmente come modo di compensare i cambiamenti di forma e dimensioni.

Lo studio porta alla luce una correlazione, non rivendica chiari meccanismi di causa-effetto. In che modo l’inquinamento potrebbe influenzare lo sviluppo dello sperma rimane non chiaro, nonostante alcuni componenti delle polveri sottili, come ad esempio i metalli pesanti, siano già stati collegati ad una peggiore qualità dello sperma in altre ricerche. Anche danni da radicali liberi, causati a loro volta dall’esposizione all’inquinamento, potrebbero giocare un ruolo, in quanto in grado di danneggiare il DNA e alterare i processi cellulari all’interno del corpo.

“Nonostante le conseguenze stimate sono piccole e trascurabili in ambiente clinico, si tratta di un’importante sfida per la sanità pubblica,” hanno concluso i ricercatori, aggiungendo che è importante implementare strategie globali per minimizzare l’impatto dell’inquinamento sulla nostra salute riproduttiva.

Riferimenti: Occupational & Environmental Medicine

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here