Come sarà il clima della Terra tra 10.000 anni?

Solitamente, quando si parla di riscaldamento globale si citano modelli climatici e previsioni che riguardano i prossimi 100 anni. In realtà, le ripercussioni dell’inquinamento che stiamo producendo oggi si faranno sentire molto più a lungo: circa 10mila anni. A ricordarlo, un gruppo di 22 esperti e climatologi che sulle pagine di Nature Climate Change ha deciso di ricostruire i possibili scenari a lungo termine dei cambiamenti climatici che sta causando l’attività umana sul nostro pianeta. Un’analisi che dimostra come le scelte che faremo nei prossimi decenni potrebbero influenzare lo stesso futuro della razza umana.

“I prossimi decenni ci offriranno una piccolissima finestra utile per intervenire e minimizzare cambiamenti climatici su larga scala potenzialmente catastrofici – scrivono gli autori del paper – i cui effetti potrebbero estendersi più a lungo dell’intera storia della civiltà umana fino ad oggi”.

Come spiegano i 22 esperti, tradizionalmente modelli e previsioni sui cambiamenti climatici arrivavano più o meno fino al 2100, perché i dati e la potenza di calcolo disponibili non permettevano di spingersi oltre.

Le tecnologie e le ricerche più attuali però permettono di estendere le nostre previsioni molto più in là. Come sarà dunque la Terra tra 10mila anni? La risposta, spiegano gli esperti, dipenderà da quello che riusciremo a fare nei prossimi decenni sul piano delle energie rinnovabili e della lotta alle emissioni di Co2.

Dal 1750 a oggi, spiegano gli scienziati, abbiamo emesso circa 580 miliardi di tonnellate di carbonio nell’atmosfera (che vogliono dire circa 2mila miliardi di tonnellate di anidride carbonica). Ogni anno attualmente produciamo inoltre circa 10 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero il doppio di quanto avveniva negli anni ’90, e senza interventi decisi questi numeri sono destinati a crescere esponenzialmente anche nei prossimi decenni. Utilizzando questi dati, i ricercatori hanno valutato una serie di scenari possibili, che vanno dal più roseo, ovvero un totale di 1280 miliardi di tonnellate di carbonio rilasciato nell’atmosfera entro la fine del secolo (esattamente quanto serve per raggiungere i due gradi in più di temperatura di cui si è parlato alla conferenza di Parigi), fino al più catastrofico, che prevede 5120 miliardi di tonnellate di carbonio entro il 2100.

Nello scenario peggiore, le conseguenze sul clima della Terra tra 10mila anni sarebbero drammatiche: 7 gradi di temperatura media in più, e un innalzamento dei mari che raggiungerebbe circa i 52 metri. Rispettando gli accordi presi a Parigi negli scorsi mesi però non si dovrebbe arrivare a tanto. La crescita esponenziale delle emissioni dovrebbe infatti interrompersi, e le emissioni totali per il 2100 non dovrebbero superare i due o tremila miliardi di tonnellate di carbonio. Anche così però, gli effetti tra 10mila anni continuerebbero a farsi sentire.

Lo scenario migliore preso in considerazione nello studio contempla 1280 miliardi di tonnellate di carbonio entro la fine del secolo, che equivale a uno stop totale all’aumento delle emissioni, e si tradurrebbe comunque in circa due gradi di temperatura in più, e mari che si innalzerebbero in media di 25 metri.

Tra le possibili soluzioni di cui si parla, una delle più importanti sarebbe lo sviluppo di tecnologie in grado di eliminare l‘anidride carbonica in eccesso dall’atmosfera. Una possibilità che non viene presa in considerazione dalla ricerca, e che oggi purtroppo sembra piuttosto lontana. “Se vogliamo sperare che qualche tecnologia ci aiuti ad evitare questi scenari – ha spiegato al Washington Post Raymond Pierrehumbert, ricercatore di Oxford che ha partecipato allo studio – bisognerà investire molti più soldi nello sviluppo di sistemi di rimozione della CO2 atmosferica”.

via Wired.it

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