Categorie: Spazio

U-PHOS, il condizionatore spaziale a firma italiana

Vi avevamo già parlato dell’edizione 2015-2016 di REXUS/BEXUS, il programma dell’Agenzia spaziale europea che ha premiato STRATONAV, progetto di un gruppo di studenti dell’Università di Roma e Bologna, mettendo a disposizione dei ragazzi un pallone stratosferico per realizzare il loro esperimento. Unici italiani selezionati per la sezione BEXUS, Federico Curianò e colleghi sono in buona compagnia: un team di connazionali dell’Università di Pisa è stato scelto infatti per REXUS – Rocket EXperiment for University Students – che offre invece la possibilità di cimentarsi con un razzo sonda.

Il progetto vincitore, U-PHOS – Upgraded Pulsating Heat-pipe Only for Space – ha come obiettivo lo studio del funzionamento del Pulsating Heat Pipe (PHP), un dispositivo per lo scambio di calore in condizioni di gravità ridotta con promettenti applicazioni in ambito spaziale. In realtà, questo “condizionatore spaziale” ha già viaggiato sul razzo lo scorso anno; U-PHOS infatti fa seguito al progetto PHOS, premiato nell’edizione 2014-2015 di REXUS, rappresentandone l’avanzamento (“U” sta per “Upgraded”).

Pietro Nannipieri, leader del gruppo, spiega più in dettaglio: “Le PHP sono tubi di calore con regime di circolazione pulsante e trovano la loro applicazione potenzialmente in ogni missione spaziale. Il loro scopo infatti è di trasportare calore da un corpo caldo a un pozzo freddo: l’utilizzo principale è il raffreddamento di componenti elettronici. In assenza di atmosfera lo scambio termico può avvenire per conduzione e irraggiamento, ma non per convezione; ciò rende del tutto inutili i dissipatori tradizionali, basati proprio sulla convezione. Le PHP rappresentano una soluzione economica, leggera (che in ambito spaziale vuol dire molto!) e particolarmente resistente ai guasti”.

Il progetto precedente, PHOS, ha dato risultati incoraggianti, ma parziali, perché non sono state raggiunte le condizioni di gravità necessarie per caratterizzare completamente il dispositivo. Proprio per questo è nato U-PHOS: durante l’esperimento verranno determinati diversi parametri funzionali di una versione migliorata della PHP, in assenza di gravità. I dati saranno poi confrontati con quelli ottenuti da altri esperimenti eseguiti a terra. Una rappresentanza del team, composta da quattro membri, sarà impegnata questa settimana in una prima revisione del progetto presso il centro spaziale di Esrange, a Kiruna (Svezia), sopra il circolo polare artico, mentre il lancio del razzo è programmato per marzo 2017 sempre a Kiruna.

I componenti del team U-PHOS sono: Pietro Nannipieri (team leader), Giulia Becatti, Alessandro Viglione, Eugenio Ferrato, Andrea Catarsi, Paolo Di Giorgio, Lorenzo Quadrelli, Lorenzo Barsocchi, Pietro Guardati, Federico Nesti, Francesco Zanaboni, Martina Anichini, Stefano Piacquadio, Davide Di Prizio, Gabriele Meoni. I professori a supporto del progetto sono Sauro Filippeschi, Luca Fanucci, Federico Baronti, Paolo Di Marco, Salvo Marcuccio.

Credits immagine:atacamaki/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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