Salute

Efsa, una sostanza cancerogena nell’olio di palma

Nei giorni scorsi l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha pubblicato un dossier relativo ad alcune sostanze che si formano durante la lavorazioni alimentari, in particolari durante le raffinazioni degli oli vegetali ad alte temperature. Le sostanze in questione sono i glicidil esteri degli acidi grassi (GE),3-monocloropropandiolo (3-MCPD), 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Sostanze presenti in diversi oli e grassi, ma in modo particolare nell’olio e nel grasso da palma che ora finisce nuovamente sotto accusa perché queste molecole sono state giudicate dall’Efsa potenzialmente pericolose.

In realtà occorre fare dei distinguo tra le diverse classi di molecole e precisare che il rapporto non riguarda l’olio di palma in sé ma le sostanze citate, presenti in diversi cibi. Ma sulle conclusioni sì, l’accento si punta – sebbene non unicamente – sull’olio di palma: “I contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d’età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età”.

Per valutare il rischio dei GE il panel di esperti dell’Efsa ha valutato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (in cui si convertono gli esteri dopo l’ingestione). Le evidenze disponibili, spiegano gli esperti, suggeriscono che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno. “Trattamenti cronici con glicidolo aumentano l’incidenza di tumori in diversi tessuti di ratti e topi, probabilmente attraverso un meccanismo genotossico”, scrivono gli esperti dell’Efsa, che classificano i GE come un potenziale problema di salute per la salute pubblica.  Helle Knutsen, presidente del gruppo di esperti, ha quindi aggiunto: “Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo CONTAM non ha stabilito un livello di sicurezza per i GE”. Una nota particolare riguarda i bambini, come si legge nel comunicato: “L’esposizione ai GE dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte quella che sarebbero considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica”.

Tabelle relative al contenuto delle sostanze in esame nei diversi oli e grassi. I livelli di GE negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, scrive l’Efsa, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. Questo ha permesso di diminuire anche le esposizioni.

Discorso un po’ diverso per i 3-MCPD e i 2-MCPD. Per il primo l’Efsa ha fissato una dose giornaliera tollerabile (Dgt) di 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, specificando che questa dose risulta superata nelle prime fasce d’età, costituendo un potenziale rischio per la salute dal momento che la sostanza è stata collegata a un danno d’organo nei test sugli animali. Per il 2-MCPD, invece, “le informazioni tossicologiche sono tuttavia troppo limitate per stabilire un livello di sicurezza per 2-MCPD”.

A sollevare (ancora) l’attenzione sull’olio di palma è il fatto che i più alti valori per le sostanze analizzate siano state rintracciate negli oli e grassi di palma (mediamente almeno 5 volte superiori a quelli presenti in altri oli). Tra i cibi, diversi dagli oli e grassi, i più alti livelli delle sostanze sono invece state rinvenuti nelle patatine, nei rustici (Hot Surface Cooked Pastries) e nei biscotti.

Via: Wired.it

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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  • Non dimentichiamo che il 50% delle sostanze naturali e il 50% delle sostanze di sintesi sono cancerogene.

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