A pranzo su un mare di plastica

Pezzi di corde, lampadine, ganci e altri armamentari tipici dell’industria ittica. Ma anche pezzi di giocattoli e un flacone ancora immacolato di crema per il viso. È quello che si sono trovati di fronte i ricercatori dell’Università delle Hawaii analizzando il contenuto dello stomaco di alcuni esemplari di albatri di Laysan (Phoebastria immutabilis) che cacciano le loro prede nell’Oceano Pacifico. Un ammasso di plastica, come si legge nello studio su Plos One, che ora fa di questo esemplare la specie simbolo dei rischi connessi all’inquinamento di quelle acque.

Tra la California e il Giappone, infatti, c’è il più grande deposito di spazzatura, per l’80 per cento plastica, generato dall’azione delle correnti, denominato Pacific Trash Vortex” (Vortice di spazzatura del Pacifico) o anche “Great Pacific Garbage Patch (vedi Galileo). Per studiare in quale misura le diverse popolazioni di albatri siano minacciate dal problema, i ricercatori hanno tracciato gli spostamenti di dozzine di uccelli adulti appartenenti a due colonie che vivono a circa 2.150 chilometri di distanza: una nidifica sull’isola di Oahu nelle Hawaii, l’altra sull’atollo di Kure, in mezzo all’Oceano e a nord ovest delle principali isole hawaiiane. Gli scienziati hanno anche esaminato il contenuto dello stomaco rigurgitato da alcuni pulcini delle colonie.

Risultato: negli albatri dell’atollo di Kure sono state trovate quantità dieci volte maggiori rispetto a quelle degli albatri di Oahu. Come confermano le analisi degli spostamenti degli uccelli e le scritte asiatiche sui pezzi di plastica rinvenuti, la spiegazione sta nel fatto che questi albatri cacciano proprio vicino al deposito di spazzatura (Western Pacific Garbage Patch), nonostante sia distante dai luoghi di nidificazione. “Ci aspettavamo delle differenze nella quantità di plastica ingerita, ma la scoperta è stata sorprendente”, spiega Lindsay Young, autrice dello studio, “soprattutto se si considera che la colonia che vive sull’isola di Oahu è molto più vicina all’Eastern Pacific Garbage Patch, l’ammasso di plastica compresa tra le Hawaii e la California”.

Sebbene il campione analizzato non sia abbastanza grande per stimare il reale impatto degli accumuli di plastica sulle popolazioni di albatri, per i ricercatori c’è di che temere sia per la colonia sia per la specie in generale. Migliaia di albatri, infatti, muoiono ogni anno come risultato dell’esposizione a composti tossici e dell’ingestione di plastica, che causa il blocco dell’apparato digerente (qui il video). (r.p.)

Riferimento: Plos One

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