A quale distanza c’è vita?

Può la vita nascere grazie a una stella morente? Secondo nuovi calcoli la possibilità esiste. Gli astronomi della Nasa ritengono che un pianeta sia in grado di ospitare la vita quando la sua orbita si trova nella cosiddetta “Habitable Zone”. Questo nome definisce la zona di orbita attorno a una stella in cui la distanza sia idonea alla presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie di un pianeta. Questa distanza non è stabile ma varia col passare del tempo in funzione delle fasi vitali delle stelle. Un gruppo di studio formato da tre astronomi ha cercato di definire nel tempo l’espandersi della Habitable Zone. Prendendo a campione il nostro Sole, gli scienziati hanno stabilito che una stella può consentire la vita in tre fasi diverse della sua evoluzione. La prima, che dura circa 10 miliardi di anni, si consuma durante il periodo in cui la stella produce energia fondendo l’Idrogeno nel suo nucleo. In questa fase la Habitable Zone si estende tra 0,95 e 1,37 Unita Astronomiche(1 UA = distanza media della Terra dal Sole). Nella seconda fase, in cui la fusione comincia a riguardare l’Elio, la Habitable Zone si estende tra 2 e 9 UA consentendo la vita per molti miliardi di anni in questa fascia. Nella terza fase la stella, diventata ormai una gigante rossa consentirebbe la vita a una distanza variabile tra 7 e 22 UA, quasi fino all’orbita di Urano. Se l’ipotesi si rivelasse esatta per pianeti attualmente freddi e lontani dalla propria stella si aprirebbe la possibilità di ospitare forme di vita magari portate da un meteorite venuto in contatto con uno dei pianeti interni ormai bruciati dalla stella in espansione. (g.ca.)

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