Spazio

Scoperta per la prima volta acqua su un esopianeta in una zona abitabile

Se non è quello che andiamo cercando da tempo, gli somiglia. Il telescopio spaziale della Nasa e dell’Esa Hubble ha fatto centro: ha scovato segni di vapore acqueo nell’atmosfera di un esopianeta. Il mondo lontano in questione si chiama K2-18b e si trova proprio nella zona abitabile intorno alla sua stella, quella più interessante quando si va a caccia di forme di vita aliene, perché potrebbe contenere acqua allo stato liquido. L’annuncio in un articolo pubblicato sulle pagine di Nature Astronomy, cui ha preso parte anche l’italiana Giovanna Tinetti.

K2-18b, l’esopianeta con acqua

K2-18b è una conoscenza relativamente vecchia. A scovarlo, nel 2015, è stato il cacciatore di esopianeti Kepler. Si trova a circa 110 anni luce, nella costellazione del Leone, orbita una piccola stella nana rossa molto attiva, ha una massa otto volte circa quella terrestre, è grande il doppio, ed è esposto a notevoli radiazioni ad alta energia. Questo significa, scrivono dalla Nasa, che K2-18b potrebbe essere un mondo più ostile alle forme di vita, almeno per come le conosciamo qui sulla Terra. Oltre il vapore acqueo – che potrebbe essere presente in abbondanza – l’atmosfera del pianeta contiene idrogeno ed elio e potrebbe contenere anche azoto e metano, sebbene finora non ne siano state trovate tracce. Le analisi sono state condotte studiando la luce stellare filtratata dall’atmosfera dell’esopianeta.

Un esopianeta unico

Come sia fatto K2-18b nel dettaglio non è chiaro. Potrebbe essere un pianeta roccioso o un pianeta ghiacciato ricco di acqua. L’acqua allo stato liquido – un po’ il Sacro Graal della caccia agli esopianeti – potrebbe esistere solo se il pianeta fosse di natura terrestre, spiegano dalla Nasa. Anche se molto rimane da conoscere – e magari scoperte simili ne arriveranno nel prossimo futuro, con la caccia più che mai aperta agli esopianeti – a oggi K2-18b è l’unico pianeta che si trova in una zona abitabile e con acqua nella sua atmosfera.

“K2-18b non è una Terra 2.0”

Questo esopianeta, scrivono gli autori nel paper, rappresenta un’opportunità senza precedenti per comprendere clima e composizione dei pianeti che si trovano nelle zone abitabili. “Trovare acqua in un mondo potenzialmente abitabile oltre la Terra è incredibilmente entusiasmante – ha commentato il primo autore Angelos Tsiaras dell’University College London: “K2-18b non è una ‘Terra 2.0’ dal momento che è significativamente più pesante e ha una diversa composizione atmosferica. Ma ci porta più vicini a trovare una risposta alla domanda: la Terra è unica?”. D’aiuto saranno certamente i nuovi scrutatori del cielo previsti nel prossimo futuro, come il telescopo James Webb e la missione dell’Esa Ariel.

Riferimenti: Nature Astronomy, Nasa

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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