Alle origini delle caste indù

Quando la genetica aiuta l’antropologia: alcuni studi pubblicati su Genome Research sembrano confermare le ipotesi storiche sul perché la popolazione indiana è rigidamente divisa in caste. Secondo l’analisi condotta da Michael Bamshad, dell’Università dello Utah, i membri delle caste indù più alte possiedono un patrimonio genetico molto vicino a quello degli europei. E, inoltre, la somiglianza genetica sembra crescere all’aumentare dello status della casta. I dati dell’analisi confermano le ipotesi sulle ondate di immigrazione provenienti dall’Eurasia occidentale giunte in India circa cinquemila anni fa. Secondo gli studiosi sono stati proprio gli europei a stabilire il sistema di caste indù, assicurando per se stessi il livello sociale più alto: quello dei sacerdoti. E lo hanno conservato per millenni a causa del precetto indù che proibisce i matrimoni misti. Questo spiegherebbe la somiglianza tra i due pacchetti di informazioni genetiche. Inoltre, lo studio rileva che le variazioni del cromosoma femminile X delle donne indiane sono più simili a quelle asiatiche che a quelle europee, mentre le variazioni del cromosoma maschile Y sono simili a quelle europee. Questo conferma il fatto che gli europei giunti in India erano soprattutto uomini. La ricerca contribuisce, così, a dare un quadro dell’impatto delle migrazioni occidentali sulle popolazioni proto asiatiche native. (a.c.)

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