Le allergie più strane del mondo

allergie
(Foto via Pixabay)

C’è chi lo fa per etica. Chi per rispetto dell’ambiente. Chi per star meglio. Le ragioni dietro la scelta di abbracciare un’alimentazione vegana (o vegetariana) sono tante e variegate. Ma nessuna potrà mai competere, quanto a bizzarria, con la storia di Kristie Downen, che è appena balzata all’onore delle cronache dopo aver raccontato a Kspr tv di aver sviluppato un’allergia alla carne in seguito alla puntura di una zecca, la Amblyomma americanum, molto diffusa nella costa orientale degli Stati Uniti. Partendo dalla storia di Downen, eccovi una carrellata delle allergie (alimentari e non) più strambe mai documentate dalla scienza.

Attenti a quella zecca

“È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita. È incredibile pensare che una zecca possa renderti allergico al cibo”. Eppure è successo davvero: Downen, agricoltrice del Missouri, è stata punta da Amblyomma americanum quattro anni fa, ma i medici sono riusciti solo oggi a comprendere esattamente la natura e l’origine dei sintomi che aveva sviluppato dopo la puntura: “Il mio stomaco continuava a gonfiarsi, vomitavo spessissimo”, ha raccontato. “Soffrivo di frequenti eruzioni cutanee, e sono arrivata al punto di dire ai medici che se non avessero capito cosa stava succedendo sarei morta”. A quel punto, l’epifania: Downen è risultata positiva a un test per controllare la presenza dei cosiddetti alpha-gal, uno zucchero presente nel sangue dei molti mammiferi ma non di esseri umani e scimmie. Quando ingeriamo carne suina e bovina, l’alpha-gal non dà alcun fastidio, ma se trasmesso dalla puntura della zecca, come nel caso di Downen, scatena una reazione immunitaria che rende il corpo intollerante all’ingestione di carne. “Attualmente”, racconta ancora la ragazza, “sono allergica a tutta la carne di mammiferi, alla carne di pollo, a tutti i latticini e ad altri 29 alimenti”. Una vegana per necessità, insomma.

La diagnosi dell’allergia indotta da alpha-gal, spiegano gli esperti, è particolarmente complicata, anche perché i sintomi appaiono tra le tre e le sei ore dopo l’ingestione di carne e variano significativamente da persona a persona. Al momento ancora non è chiaro se l’allergia sia permanente o scompaia con il tempo.

Fotoallergia

Che non è l’intolleranza ai selfie, ma un’inusitata reazione del sistema immunitario scatenata dalla luce del sole. Come spiegano gli esperti di Humanitas, questo disturbo si presenta la maggior parte delle volte con eruzioni cutanee prurito. Il suo nome scientifico è dermatite polimorfa solare ed è il secondo più comune disturbo della pelle (dopo le scottature) provocato dal sole. Colpisce più frequentemente le donne degli uomini e i sintomi si manifestano per la prima volta in giovane età. Chi ne soffre può provare a desensibilizzarsi esponendosi gradualmente al sole durante la primavera così da abituare l’organismo all’esposizione estiva; l’effetto della desensibilizzazione, di solito, dura per una sola stagione e la sintomatologia si ripresenta la primavera seguente. Le cause del disturbo non sono note con certezza: un’ipotesi è che la luce solare alteri la composizione della pelle, facendo sì che il sistema immunitario la identifichi come “estranea” e attivi le proprie difese contro di essa.

Acqua

Non è propriamente un’allergia, anche se per semplicità è così che viene chiamata. Il suo nome scientifico è orticaria acquagenica, ed è una sindrome rarissima – per quanto ne sappiamo, ne soffrono 32 persone in tutto il mondo – che scatena i sintomi dell’orticaria quando il corpo di chi ne soffre viene in contatto con l’acqua. Un vero e proprio calvario, com’è facile immaginare. Nel 2016 la Bbc ha raccontato la storia di Rachel Warwick, una donna inglese affetta da orticaria acquagenica: “Ogni contatto di qualsiasi tipo con l’acqua – anche con il mio sudore –provoca l’insorgenza di eruzioni cutanee estremamente dolorose e pruriginose. che possono durare anche diverse ore. Mi sento come se avessi appena corso una maratona: sono così stanca che devo sedermi o stendermi finché non sto meglio. E non posso neanche piangere, perché il mio viso si irriterebbe orribilmente, come se la pelle venisse scartavetrata”. Nel caso di Rachel, la malattia è comparsa a 12 anni: dopo un bagno in piscina, la ragazza notò una strana reazione cutanea e il suo medico si dimostrò abbastanza acuto da riconoscere i sintomi dell’orticaria acquagenica. È una malattia di cui – soprattutto a causa della sua estrema rarità – non si sa quasi niente: è stata diagnosticata per la prima volta nel 1963, colpisce più le donne che gli uomini e i suoi sintomi sembrano peggiorare con l’età. Attualmente si tratta con l’omalizumab, un anticorpo usato per le forme di asma dovute ad allergie.

Odore di gamberetti

Non solo cibi o polline: si può essere allergici anche a un odore. Un gruppo di allergologi italiani, coordinato da Riccardo Asero, dell’Ambulatorio di Allergologia all’Ospedale dei caduti bollatesi, ha per esempio studiato il caso di un ragazzo 23enne allergico all’odore dei crostacei. Come raccontano gli autori della scoperta, i cui dettagli sono stati pubblicati sulle pagine del Journal of Allergy and Clinical Immunology, il ragazzo aveva avuto cinque gravi episodi allergici, caratterizzati da un attacco asmatico iniziale seguito da una forte rinocongiuntivite; tutte le volte che si erano verificate le crisi, nella stanza venivano cotti dei gamberetti. Gli specialisti, intuendo che poteva essere questa la causa delle crisi, hanno creato un “estratto” di gamberetti, lo hanno riscaldato a 100 gradi per 60 minuti e hanno analizzato le proteine contenute nel vapore, scoprendovi due peptidi che provocavano la reazione immunitaria nell’organismo del ragazzo.

Sperma

È un’allergia poco conosciuta, abbastanza imbarazzante e molto invalidante. Si tratta dell’intolleranza al seme maschile, che provoca bruciore, orticaria, difficoltà respiratorie e (anche se più raramente) sintomi più gravi, come vertigini e svenimenti. Chi ne è affetto, dicono gli esperti, risponde a una proteina contenuta nello sperma, manifestando arrossamento vaginale e dolore, più o meno allo stesso modo con cui si potrebbe rispondere a polline o peli di gatto. La soluzione più efficace è ovviamente l’uso del profilattico; nel caso di coppie che vogliono concepire un bambino la terapia d’elezione invece è a base di antistaminici, da assumere da 30 a 60 minuti prima del rapporto sessuale.

Vibrazioni

Ebbene, sì: esiste un disturbo (molto raro, a dire il vero) caratterizzato dallo scatenarsi di una reazione allergica in seguito a vibrazioni. Si chiama orticaria vibratoria e i soggetti che ne sono affetti si coprono di chiazze rosse pruriginose dopo aver applaudito, fatto una corsa o preso uno spintone. La condizione, ha recentemente spiegato un’équipe di esperti sulle pagine del New England Journal of Medicine, avrebbe un’origine genetica: gli autori del lavoro, studiando tre famiglie affette da diverse generazioni dalla patologia, hanno dimostrato che l’esposizione alle vibrazioni causa, in questi soggetti, il rilascio di mediatori chimici dell’infiammazione, che per l’appunto provoca la comparsa di orticaria e di altri sintomi di allergia.

Esercizio fisico

Tutti dicono che fa bene e che andrebbe praticato con costanza. E hanno ragione. Ma ci sono delle eccezioni: perfino l’esercizio fisico può scatenare un’allergia – la cosiddetta anafilassi indotta da sforzo – che interessa fino al 2% della popolazione occidentale. In verità, esistono diversi tipi di allergia all’esercizio fisico, che si manifestano con sintomi di prurito incontrollabile circa 30 minuti dopo lo sforzo. L’orticaria colinergica, uno dei tipi più comuni, sembra essere indotta dal sudore, mentre altri tipi (come ad esempio l’angioedema indotto dall’esercizio) non ha alcuna correlazione con l’intensità dello sforzo e quindi con la sudorazione. I sintomi dell’allergia si possono trattare efficacemente con gli antistaminici. E a quel punto i pigri non avranno più alcun pretesto.

Via: Wired.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here