Ambiente, le promesse mancate di Rio ’92

Trovare un nome che, presumibilmente, darà il senso in campo ambientale all’anno appena cominciato non è impresa difficile. Il nome è Rio de Janeiro. Nel giugno del 1997, infatti, ricorrono 5 anni dallo svolgimento nella città brasiliana dell’Earth Summit, la più famosa – e probabilmente la più controversa – delle grandi conferenze globali che le Nazioni Unite hanno organizzato negli anni ‘90. E’ passato solo un lustro ma sembra molto di più. Le speranze che – al di là del faticoso negoziato politico – una presa di coscienza collettiva avrebbe accelerato l’adozione di misure pro-ambiente hanno lasciato posto a un sentimento più mesto, quando non a un vero e proprio scoramento per la difficoltà di tradurre in impegni e azioni concrete le parole contenute dai trattati approvati a Rio de Janeiro.

Scongiurato, almeno in apparenza, il pericolo di una semplice celebrazione, l’anniversario dell’Earth Summit sarà l’occasione per una speciale sessione (dal 9 al 13 giugno a New York) dell’Assemblea generale dell’Onu dedicata all’agenda 21, la “bibbia” dello sviluppo sostenibile (nonostante i suoi seguaci si mostrino a tratti come Farisei). All’incontro dovrebbero partecipare i capi di governo e non solo i ministri incaricati, un alto profilo il cui merito è da attribuire – pare – alle pressioni del cancelliere tedesco Helmut Kohl.

Quanto alle due convenzioni firmate (insieme all’Agenda 21) a Rio, si è appena tenuta a Buenos Aires la Terza conferenza delle parti sulla biodiversità che, per quanto riguarda i cambiamenti climatici, si svolgerà invece a Kyoto, in Giappone, dal 1 al 12 dicembre 1997. Ma di clima si dovrebbe parlare – proprio a ridosso dell’Assemblea generale Onu – anche alla riunione annuale del G7 a Denver, sempre negli Stati Uniti. Bill Clinton e Al Gore – dicono i bene informati – vogliono “dare battaglia”.

Fosse vero, se il ticket presidenziale americano si ricordasse delle aspettative create durante la campagna elettorale del 1992 e del ruolo svolto dall’ancora semplice deputato Gore a Rio de Janeiro sarebbe la notizia dell’anno, almeno per l’ambiente.

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