TONI forti, o forse più semplicemente realistici. La campagna ideata da Anlaids per la giornata del primo dicembre non è una di quelle rassicuranti. Il claim ad alcuni potrà sembrare troppo esplicito, ma non è che la verità: “Se te ne fotti, l’Aids ti fotte”. Il senso è quello di risvegliare l’attenzione negli anni un po’ sopita nei confronti di un’infezione che nel 2016 ha colpito oltre 3400 persone, e che è spesso sottostimata se è vero che circa il 40% di quanti scoprono di essere sieropositivi lo sono già da diversi anni. “La sfida contro l’Aids non può essere basata solo sulla cura delle persone malate. Questo è certamente importante ed è un dovere morale e clinico per noi assisterle, ma vinciamo la sfida se vince la prevenzione. Il messaggio è prevenire: finché non riusciremo a incidere significativamente nel ridurre il numero delle nuove infezioni, la sfida sarà persa”, ha spiegato Andrea Gori, direttore del Dipartimento di medicina interna e dell’Unità Operativa Malattie Infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza e membro del direttivo di Anlaids Lombardia.
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