Salute

Attività fisica: così l’inquinamento può metterne a rischio i benefici

Uscire di casa per svolgere un po’ di attività fisica non è mai una cattiva idea. A patto che prima di cominciare a correre tra le strade della città, si siano osservati i livelli di inquinamento presenti nell’aria. Sebbene infatti l’esercizio fisico abbia notevoli benefici sulla salute in generale, e in particolare su quella cardiovascolare, dall’altra alti livelli di inquinamento atmosferico potrebbero annullare, se non rendere dannosi, gli effetti dell’attività fisica. A dimostrarlo è un nuovo studio pubblicato sull’European Heart Journal che per la prima volta ha chiarito il delicato equilibrio tra i benefici dell’esercizio fisico e gli effetti potenzialmente nocivi dell’inquinamento.

Livelli di attività fisica e di inquinamento

Nello studio, i ricercatori del Seoul National University College of Medicine hanno analizzato le informazioni provenienti dal National Health Insurance Service (Nhis) in Corea del Sud, per un totale di quasi 1 milione e mezzo di giovani coreani (tra i 20 e i 39 anni) residenti in città, che si erano sottoposti a controlli durante due periodi di screening: 2009-2010 e 2011-2012. Ad ogni controllo, ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario sull’attività fisica che ha permesso ai ricercatori di calcolare l’equivalente metabolico (Met), un’unità che stima la quantità di energia durante l’attività rispetto al metabolismo a riposo, misurato in minuti alla settimana (Met-min/settimana).

In base ai valori, i partecipanti sono stati poi suddivisi in 4 gruppi: 0, 1-499, 500-999 e 1000 o più Met-min/settimana. Per rendersi conto, nelle linee guida della European Society of Cardiology vengono consigliati valori compresi tra i 500-999 Met-min/settimana, raggiungibili per esempio correndo o andando in bicicletta per 15-30 minuti 5 volte a settimana. I ricercatori hanno poi utilizzato i dati del National Ambient Air Monitoring System in Corea del Sud per calcolare i livelli medi annuali di inquinamento atmosferico, in particolare i livelli di particolato, Pm10 e Pm2,5. La quantità di esposizione all’inquinamento è stata valutata su due livelli: da bassa a moderata (meno di 49,92 e 26,43 microgrammi per metro cubo, rispettivamente per Pm10 e Pm2,5) e alta (49,92 e 26,46 o più microgrammi per metro cubo).

Il rischio di malattie cardiovascolari

Sulla base delle successive analisi, i ricercatori hanno osservato che il rischio di malattie cardiovascolari, come ictus e infarto, aumenta al diminuire della quantità di attività fisica. “La riduzione dell’attività fisica può portare a un successivo aumento del rischio di malattie cardiovascolari nelle persone esposte a livelli bassi o moderati di inquinamento”, si legge nello studio. Fin qui, nessuna sorpresa. Ma quando i livelli di inquinamento atmosferico sono alti, fanno notare i ricercatori, aumentare la quantità di attività fisica a più di 1000 Met-min/settimana, potrebbe influire negativamente sulla salute cardiovascolare.

Tra i risultati dello studio, infatti, è emerso che il gruppo che si allenato esponendosi ad alti livelli di inquinamento atmosferico e ha aumentato l’esercizio oltre la soglia raccomandata dalle linee guida tra i due periodi di screening, ha avuto anche un rischio di malattie cardiovascolari maggiore del 33% durante il periodo di follow-up rispetto al gruppo dei sedentari o di chi non ha aumentato l’attività fisica.

Sebbene nel complesso i risultati mostrino che l’attività fisica è associata a un minor rischio di sviluppare malattie cardiache tra i giovani, quando i livelli di inquinamento atmosferico sono elevati, fare esercizio oltre la quantità raccomandata dalle linee guida può quindi annullare o addirittura invertire gli effetti benefici sulla salute. “Un risultato importante che suggerisce che un’attività fisica eccessiva potrebbe non essere sempre benefica per la salute cardiovascolare quando si è esposti ad alte concentrazioni di inquinamento atmosferico”, precisa l’autore Seong Rae Kim. “In conclusione, è urgente ridurre l’inquinamento atmosferico per riuscire a massimizzare i benefici dell’esercizio fisico”.

Riferimenti: European Heart Journal

Credits immagine di copertina: Francesco Gallarotti via Unsplash

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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