Biofuel, quanto ci costi

Qual è il metodo più vantaggioso per produrre bioconbustibile? Valutando l’impatto reale sulla salute umana e sull’ambiente, considerando anche cicli di produzione, trasporto, distribuzione e consumo, la risposta è la lavorazione della lignocellulosa. È questo il verdetto di un gruppo di ricercatori dell’Università del Minnesota (Usa) e della Stanford University, che ha messo a confronto combustibili fossili e bioetanolo, prodotto con diversi metodi, in un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

I ricercatori hanno considerato nel bilancio gli effetti delle emissioni di gas serra e polveri sottili – in particolare dal diametro inferiore ai 2,5 millesimi di millimetro – sulla salute umana e sul clima. Oltre al metodo tradizionale che prevede la raffinazione del granoturco, nello studio è stata inclusa anche la produzione di bioetanolo da lignocellulosa, materiale formato da cellulosa, emicellulosa e lignina, che costituisce la maggior parte della massa di qualsiasi pianta.

Produrre e consumare un miliardo di litri di etanolo da granoturco, secondo l’analisi dello studio, ha un costo che varia da 128 a 257 miliardi di dollari (a seconda delle tecniche usate), molto vicino ai 127 miliardi di dollari relativi a quello della comune benzina. Il bioetanolo da cellulosa, invece, sembra più promettente, con costi sanitari e ambientali stimati tra i 33 e i 56 miliardi di dollari per ogni miliardo di litri.

Produrre combustibile da lignocellulosa, quindi, potrebbe essere economicamente più vantaggioso. Ma, secondo gli autori, nuovi carburanti e nuove tecniche di sintesi a basso impatto potrebbero non essere sufficienti ad affrontare la crisi energetica globale: la risposta dovrà passare attraverso l’adozione di nuovi standard di efficienza, di conservazione e utilizzo dell’energia. (l.c.)

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