Breve storia delle idee di salute e malattia

Gilberto Corbellini
Breve storia delle idee di salute e malattia
Carocci, 2004
pp.143, euro 9,00

È sicuramente un compito difficile quello di riassumere in meno di 140 pagine qualche millennio di storia della medicina. Non può che essere fatto “a volo d’uccello”, seguendo però una rotta che non disorienti il lettore lasciandolo con un malessere culturale da troppa confusione. Questo volume sembra essere riuscito nel suo intento, rendendo con poche parole i concetti fondamentali e indispensabili per chi vuole avvicinarsi all’argomento per la prima volta. Prima dell’excursus storico, vi sono due sezioni (l’introduzione e il primo capitolo) dedicati ai concetti generali che vengono affrontati nel resto del libro, che sono in qualche modo la carta geografica di orientamento per il lettore. La malattia è intesa come il “prodursi a diversi livelli dell’organizzazione dei sistemi fisiologici dell’organismo individuale di modalità di funzionamento disadattative rispetto all’ambiente.” Malattie e salute hanno quindi sia “una o più cause prossime” che “cause remote o evolutive”, dunque dal punto di vista biologico hanno una doppia natura che le rende trattabili appieno solo attraverso una prospettiva che integri le due ottiche. Tuttavia, viene anche sottolineato che i due concetti sono inevitabilmente mutati nel corso del tempo, poiché se darwinianamente erano legati al vantaggio riproduttivo, l’evoluzione delle società umane ha progressivamente allentato questo legame. “Lo scopo di questo breve saggio”, viene scritto nell’introduzione, “è fornire delle coordinate storico-concettuali utili per orientarsi nell’evoluzione delle strategie umane di categorizzazione degli stati di sofferenza e benessere, per tentare spiegazioni causali e manipolazioni a fini terapeutici o preventivi”. La storiografia della medicina, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento era grosso modo scissa tra un approccio naturalistico e una prospettiva sociale. Fu il grande storico Mirko Grmek a coniare il concetto di “patocenosi” per indicare l’insieme di patologie umane presenti in una determinata popolazione in un dato momento storico, integrando le due visioni. A partire dalla lezione di Grmek, questo volume cerca di ricostruire il modo in cui si sono evolute storicamente i concetti di salute e malattia rispetto ai diversi ambiente naturali e sociali, pur prediligendo esplicitamente l’approccio naturalistico. Ciò viene evidenziato soprattutto nel primo capitolo, che discute in un certo dettaglio gli aspetti evoluzionistici della medicina, identificando i fattori che hanno permesso ad alcune patologie di diventare compagne della specie Homo sapiens nel corso della sua storia. Per esempio, l’acquisizione della posizione eretta ci ha predisposti allo stress della colonna vertebrale, mentre altri caratteri (come la difficoltà del parto) hanno favorito la socializzazione o la diffusione di parassiti.Senza quindi entrare nel dettaglio della lunga carrellata storica, che va dalla preistoria ai giorni nostri, va comunque sottolineata la dimensione filosofica della malattia, chiaramente esplicitata nel corso del volume: a seconda delle epoche la risposta alla domanda “che cos’è la malattia?” è stata risolta in diversi modi, coerenti con sistemi di credenze che vanno al di là dei saperi prettamente biomedici. La prospettiva storica offerta da questo volume è dunque un salutare richiamo a considerare la medicina non solo nella sua componente biologica, ma anche in quella culturale, così da rendere possibile affrontarne anche i cambiamenti futuri.

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