L’ennesima bufala di Gwyneth Paltrow. Ma stavolta risponde la Nasa

(Foto: Elena Tubaro/Flickr CC)

“I cerotti energetici non sono realizzati con il nostro materiale”. È questa la precisazione che la Nasa rivolge a Gwyneth Paltrow, riferendosi ai cerotti che riequilibrerebbero la frequenza energetica nel corpo, promossi pochi giorni fa sul suo blog di lifestyle, Goop. L’attrice aveva infatti dichiarato che erano  composti di un materiale speciale, sviluppato appositamente per l’agenzia spaziale americana.

E così ecco che Gwyneth Paltrow ne avrebbe detta un’altra delle sue. Quella dell’attrice statunitense non è infatti la prima bufala che racconta. Per citarne alcune, ricordiamo quella sulle bacche di Goji, una moda relativamente recente, che Goop raccomanda di consumare in abbondanza perché ricche di antiossidanti (quando in realtà non esistono alcune prove scientifiche che dimostrino che queste siano davvero un superfood). Oppure quella sulle punture delle api, il cui veleno, secondo l’attrice, dovrebbe far scomparire infiammazioni e cicatrici. E ancora, che i ferretti del reggiseno aumenterebbero il rischio di cancro al seno e che i bagni di vapore alla vagina bilancerebbero gli ormoni, contribuendo in questo modo al benessere delle donne.

Ritornando a pochi giorni fa, l’attrice aveva scritto in un post che i cerotti energetici, venduti dalla società Body Vibes a 60 dollari per una confezione da 10, sono “fatti con lo stesso materiale conduttore in carbonio che la Nasa utilizza per i vestiti spaziali, in modo da poter monitorare i parametri vitali degli astronauti”. Anche Body Vibes aveva affermato sul proprio sito che gli adesivi utilizzano “un materiale esclusivo originariamente sviluppato per la Nasa. Questo composto impermeabile in fibra di carbonio può contenere cariche specifiche che stimolano naturalmente i recettori del corpo umano”. Un post scomparso, poi, nel giro di poche ore.

Body Vibes, infatti, si è subito scusato con la Nasa e i suoi clienti. “Non abbiamo intenzione di ingannare nessuno”, ha spiegato la società in una dichiarazione riportata sul Washington Post. “Abbiamo appreso che un nostro ingegnere è stato disinformato da un fornitore sul materiale in questione. Siamo spiacenti di non aver avuto una doverosa diligenza prima di includere le informazioni del fornitore nella descrizione del nostro prodotto”.

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