Si è chiusa oggi la stagione della caccia nel nostro paese: alla Lipu, la Lega italiana protezione uccelli, il triste compito di tirare le somme di una strage annunciata. Poiane, gheppi e sparvieri, fra le specie protette e salvaguardate dalla legge 157/92, sono state le vittime favorite di questo vero e proprio bracconaggio (con, rispettivamente, 41, 33 e 24 esemplari abbattuti).
Ma non si salvano neanche le specie più rare, come i bianconi, i falchi pellegrini, le aquile minori, i fenicotteri, i picchi, gli aironi. Ad oggi sono oltre 200 gli uccelli ricoverati presso le strutture della Lipu, per ferite da armi da fuoco; 47 specie in tutto, di cui ben 36 protette. Tuttavia si ipotizza che gli esemplari protetti che sono stati abbattuti durante il periodo di caccia siano calcolabili in molte decine di migliaia. Nel giorno della chiusura alla caccia, la prima considerazione è dunque che la sola legge 157/92 non basta.
“È evidente”, ha affermato Elena D’Andrea, direttore generale della Lipu, “che nel nostro paese c’è bisogno di fare un salto culturale che permetta di arrivare, in presenza di questi gesti illegali, a una condanna unanime”. (i.s.)