Il caffè non è cancerogeno, ma attenti alle bevande calde

caffè
(Credits: scott feldstein/Flickr CC)
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(Credits: scott feldstein/Flickr CC)

Buone notizie per chi non riesce a fare a meno del caffè. A 25 anni dall’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che metteva sotto accusa il caffè, classificandolo come un possibile cangerogeno, oggi arriva un nuovo atteso parere dell’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (la stessa che pochi mesi fa ha puntato il dito contro carni rosse e lavorate), che assolve finalmente la bevanda. I risultati dell’Iarc saranno presentati ufficialmente oggi, in una monografia dedicata esclusivamente al caffè, al mate e alle bevande calde.

Come anticipato dall’agenzia comunque, i risultati delle circa 500 pubblicazioni disponibili nella letteratura scientifica assolvono oggi la tazzina di caffè, che nel 1991 era stata etichettata come possibilmente cancerogena, ovvero classificata come 2b, in particolare per un presunto legame con il tumore alla vescica. A seguito della nuova analisi, elaborata da 23 esperti internazionali, la bevanda più amata nel mondo rientrerebbe invece nella categoria 3, ovvero quella in cui sono raccolte le sostanze per cui non esistono prove di un possibile rischio di tumore.

E con il via libera dell’Oms, il caffè sembra proprio confermarsi come autentica bevanda della salute. Dalla letteratura scientifica degli ultimi anni emerge, infatti, come il consumo di caffè abbia numerosi benefici per il nostro organismo. Per cominciare, alcuni studi hanno dimostrato un effetto protettivo su due tumori, quello dell’utero e del fegato. Il rischio per quest’ultimo, secondo uno studio italiano, verrebbe dimezzato bevendo circa tre tazzine di caffè al giorno (ma, come consigliano gli esperti, attenzione a non superare le quattro tazzine giornaliere).

Secondo uno studio californiano, inoltre, una dose moderata di caffeina paragonabile a due tazzine al dì, aiuterebbe la memoria a lungo termine a consolidare i ricordi e a migliorare la concentrazione. E come se non bastasse, sarebbe utile anche per ridurre del 20% il rischio di melanoma, migliorare la performance fisica, ridurre il rischio di malattie neurodegenerative, di diabete di tipo 2 e persino per combattere la disfunzione erettile.

Il discorso è ben diverso per le bevande bollenti. Infatti, secondo la Iarc , mate e altre bibite calde, compreso il caffè, possono rappresentare un pericolo per la salute se consumate a una temperatura eccessiva, superiore ai 65 gradi. Stando all’analisi dei 23 esperti, a queste temperature le bevande diventano “probabilmente cancerogene per l’uomo”, e sono quindi classificate come 2b, insieme ad altre sostanze nocive come la benzina e il gas di scarico.

Secondo l’agenzia, alcuni studi in Cina, Iran, Turchia e Sud America hanno evidenziato associazioni significative tra le temperature a cui si consumano le bibite e il rischio di cancro all’esofago, ottava forma più comune di tumore, responsabile di 400mila decessi in tutto il mondo solo nel 2012.

Via: Wired.it

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