Cani, come bambini

I bambini e i cani, ma non i lupi, usano gli sguardi e i gesti della comunicazione non verbale umana nello stesso modo. Sembra dimostrarlo un esperimento condotto dall’etologo Jósef Topál dell’Hungarian Academy of Sciences di Budapest. Lo studio, pubblicato oggi su Science, suggerisce l’importanza della domesticazione nell’evoluzione cognitiva del cane.

Il test che Topál ha proposto ai cani è stato sviluppato per i bambini e mostra che se un bimbo di dieci mesi osserva un adulto nascondere ripetutamente una palla all’interno di una scatola, continuerà a cercarla sempre nello stesso contenitore, anche quando vede l’adulto prendere la palla e nasconderla in un’altra scatola. Gli psicologi lo chiamano “errore di perseverazione” e parlano di “pedagogia naturale”: il bambino non considera il compito come un gioco, ma come una lezione di comunicazione in cui l’adulto agisce per veicolare un’informazione generale. In effetti, se durante il test lo sperimentatore non comunica con il bambino (non lo guarda negli occhi o non gesticola), l’errore di perseverazione scompare.

Dopo aver confermato la validità del test, i ricercatori hanno replicato l’esperimento con 36 cani adulti, scoprendo sorprendenti analogie di comportamento. Il cane compie errori di perseverazione solo se lo sperimentatore richiama la sua attenzione con gesti ed esclamazioni. Tuttavia, diversamente dagli umani, i cani si dimostravano “sensibili” all’identità del loro istruttore e non cadono in errori di perseverazione quando a nascondere l’oggetto è uno sperimentatore diverso da quello cui sono abituati. “Ciò dimostra che i cani non apprendono una regola generale, stanno semplicemente seguendo un ordine”, afferma Topál, “e quando lo sperimentatore cambia, non mantengono la memoria delle istruzioni dello sperimentatore precedente”.

Ma da cosa dipende, nei cani, l’abilità di comprendere i segnali della comunicazione umana? Se dipendesse dalla convivenza con i padroni, allora anche i lupi allevati in cattività dovrebbero rispondere ai nostri segnali nello stesso modo. Per verificarlo, i ricercatori hanno osservato dieci lupi alle prese con il test, ma non hanno riscontrato errori di perseverazione. Secondo gli autori è probabile che sia stata la domesticazione a promuovere nei cani lo sviluppo di una particolare sensibilità al tipo di comunicazione non verbale della nostra specie. (m.s.)

Riferiimento: DOI: 10.1126/science.1176960

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