ANCHE gli animali, nel loro piccolo, si annoiano. A dirlo sono i risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista Animal Behaviour da Charlotte Burn, docente al Royal Veterinary College di Londra: la ricercatrice si è chiesta, per l’appunto, se, come e quanto gli animali possano provare sensazioni simili alla noia umana, individuando una serie di parametri per misurarle quantitativamente. Un campo di ricerca finora poco battuto, ma importante perché può avere ricadute anche per gli esseri umani: “Al momento, sono ancora pochi gli studi sulla noia animale”, spiega l’autrice del lavoro a Repubblica, “ma tutti vanno nella stessa direzione: gli animali, se confinati in ambienti privi di stimoli o costretti a compiere attività ripetitive che non gradiscono, provano sensazioni simili alla noia, il che provoca l’insorgenza di comportamenti anomali, tra cui iperattività o maggiore sensibilità a stimoli esterni. Studiare la noia animale è importante perché aiuta a comprendere meglio la noia umana, notoriamente correlata a depressione, comportamenti a rischio e addirittura tendenze criminali”.
Continua a leggere su Repubblica
I piccoli oggetti di bronzo continuano a spuntare nei siti archeologici di mezza Europa. L’ultimo…
Allontanarsi e avvicinarsi, protendersi e ritrarsi, sono aspetti primordiali della relazione tra sé e altro…
Coltivare il benessere psicologico per una delle categorie più stressate d’Italia, gli universitari: il programma…
No, non è per via degli effetti collaterali. Si tratta di una decisione aziendale dovuta…
Un viaggio attorno alla porzione di spazio-tempo più buia e misteriosa che conosciamo, fino ad…
Un gruppo di fisici dell’Università di Trieste (e di altri istituti) ha proposto una sorta…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più